Et voilà Imposimato, il capo dello stato del doppio stato

Maurizio Crippa

Farsi dare del “vivente” nella notte dei grillini morenti (“il più grande esperto di terrorismo vivente”, e pure il maggiore esperto di mafia, “sempre vivente”), è già un cattivo affare, direbbe san Tommaso Moro. Per il Quirinale, poi.

Farsi dare del “vivente” nella notte dei grillini morenti (“il più grande esperto di terrorismo vivente”, e pure il maggiore esperto di mafia, “sempre vivente”), è già un cattivo affare, direbbe san Tommaso Moro. Per il Quirinale, poi. E’ il magistrato che più ha provato a far luce su Moro (quell’altro), per poi sprofondare nella notte in cui tutte le balle sono bigie e spiegare “i 55 giorni che sconvolsero l’Italia” sulla base delle rivelazioni di un riconosciuto impostore raccattato in internet (sarà per questo che piace a Grillo?). E adesso il più grande esperto di doppio stato vivente rischia di essere votato dalla più grande accozzaglia di creduloni morenti. Sempre un pessimo affare. Che poi, che cosa unisce mai l’uomo che s’è fatto le mejo inchieste col doppiofondo (Moro, Ali Agcà, la banda della Magliana) ai transeunti grillini? Diamine, è proprio la serena vecchiaia che Ferdinando Imposimato s’era preparato, di narratore complottardo e specialista, appunto, in doppifondi. La verità processuale era solo un mestiere; la Verità Nascosta, quella è la vocazione. C’è l’Italia delle “stragi impunite”, che non è una canzone di Elio. E la strategia della tensione tutta colpa del Bilderberg, ché il “vero potere” aveva dichiarato guerra alla democrazia. Sull’11 settembre, che ve lo dico a fare? Così alla fine di una lunga vita di magistrato onnisciente e storyteller desolante, potrebbe diventare un perfetto capo dello stato: del doppio stato. (Ma se è tutta colpa di Bilderberg, perché non votano Borghezio?).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"