L'orecchio di Passera per il ritmo dell'entrata in campo

Maurizio Crippa

Dio sa se ne abbiamo bisogno “noi italiani”, per dirla orgogliosa come un Della Valle.

    Dio sa se ne abbiamo bisogno “noi italiani”, per dirla orgogliosa come un Della Valle. In questo momento che piovono leader come start-up, figaccioni alla Tsipras (e pure Podemos Iglesias, sputaci sopra). Insomma serve eccome uno che si prenda il kairos, che varchi il potamos. E abbia il senso del tempo: inteso Zeitgeist, ma inteso soprattutto tempo scenico. Vuoi fare un partito che abbia tre mantra virali, che nessuno mai li aveva pensati, manco alla Leopolda: famiglia, impresa e stato più semplice? Liberale e liberista, ma moderato che punta al centro. (Maddai?). Vuoi che si noti, vuoi Italia Unica? Per fare certe cose, diceva l’Enzo, ci vuole orecchio. Aspetta che il vecchio molli, aspetta almeno che al Royal baby passi il climax orgasmizzante di quello che spacca il culo ai passeri. Ma se hai i tempi di inserimento di Cerci al Milan; se scendi in campo al Pinciano per lanciare il tuo partito italiano e unico proprio il sabato (31) in cui tutti sono al Quirinale a vedere il nuovo presidente, pure se non ci fosse, vuol dire che manca “il pacco, immerso dentro al secchio”. Per Alastair Campbell, le cattive notizie è meglio darle a ridosso dei grandi eventi, così non se ne accorgono. Vuoi vedere che Corrado Passera ne sa una più del vecchio Alastair? Tanto ci ha pensato, tanto ha aspettato che alla fine entra in scena sfidando il fuori sincrono. Ma un banchiere che scende in politica dovrebbe avere il fiuto. (Quello, per dire, che ti fa comprare mezza Banca Etruria prima che varino il Popolarum).

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"