L'agenda (non così antimerkeliana) dell'Spd per l'Europa

Giovanni Boggero

    Come anticipato sul Foglio di oggi, i socialdemocratici affilano le armi in vista delle trattative sul Fiscal Compact con la signora Merkel. Il loro voto favorevole al Bundestag è necessario per l'approvazione del trattato. Questa mattina la Troika Gabriel-Steinmeier-Steinbrück è così passata ufficialmente al contrattacco, presentando nella sala della Bundespressekonferenz il programma dell'Spd sull'Europa.

    Oltre a quanto già reso noto nei giorni passati – Tobin Tax, aumento di capitale per la BEI, tempi più generosi per utilizzo fondi strutturali e misure per combattere la disoccupazione giovanile - i socialdemocratici rilanciano una campagna abbracciata lo scorso autunno per il ritorno ad una divisione tra banche di investimento e banche commerciali, propongono la creazione di una agenzia di rating europea e, invece degli eurobond, si accontenterebbero di una via di mezzo, ossia di un fondo con responsabilità comune per i debiti superiori al 60 per cento del pil, ancorato come al solito a condizioni ferree e draconiane per la riduzione dei debiti, perché, spiegano con severo tono merkeliano, “la solidarietà da sola non può bastare”. 

    Anche sul lato delle riforme per migliorare la competitività della zona Euro l'Spd non fa grossi passi indietro rispetto all'agenda Merkel. Insomma, un programma rigoroso con una spruzzatina di rosso.