Buffett compra un giornale (senza passare in edicola)

Michele Masneri

Warren Buffett inverte la rotta e fa shopping nella carta stampata

    Warren Buffett inverte la rotta e fa shopping nella carta stampata. Ieri il finanziere statunitense, terzo uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 50 miliardi di dollari, soprannominato “l'oracolo di Omaha” per la sua mitologica capacità di fare buoni affari, ha annunciato l'acquisto dell'Omaha World-Herald, il quotidiano della sua città. I termini dell'operazione non sono stati precisati, anche se il Wall Street Journal parla di una cifra di 200 milioni di dollari, comprensivi di 50 milioni di debiti che Berkshire Hathaway, la finanziaria di Buffett, si sarebbe accollata. Spiccioli per l'investitore che due settimane fa ha annunciato un investimento di 10,7 miliardi di dollari in Ibm, diventando primo azionista del gruppo informatico.

    Ma ciò che è più strano è che Buffett solo due anni fa aveva detto parole pesanti sulla stampa americana, falcidiata dai costi crescenti del petrolio (che incide su quello della carta), dall'erosione della pubblicità e dalla concorrenza di internet. “Per quanto riguarda la maggior parte dei giornali americani, non li vorrei nemmeno regalati” disse nella primavera del 2009, ventilando la possibilità che la crisi del settore portasse a “perdite infinite”. Certo, nonostante questa profezia, Buffett come molti imprenditori non è alieno dal fascino dei giornali: lui poi rimane il maggior azionista del Washington Post, quinto giornale americano per diffusione, e possiede inoltre il Buffalo News. Ma secondo alcuni analisti l'acquisizione di ieri, che non rientra nei criteri soliti di investimento di Buffett – cioè acquistare azioni di grandi e solide corporation, con un'ottica di lungo periodo e possibilmente in un momento in cui tutti vendono; così Buffett ha fatto ottimi affari comprando asset legati ai subprime subito dopo la crisi del 2008, e allo stesso modo ha investito in nomi come Coca-Cola e American Express – sarebbe legata più che altro a motivi sentimentali. In fondo, l'Omaha World Herald è il quotidiano della sua città, e duecento milioni per lui sono davvero poca cosa. Anche nel caso del Washington Post, che pure ha ben altra scala di mercato, non manca la dimensione sentimentale. Come rivela la sua biografa Alice Schroeder, da ragazzo Buffett portava il Post a domicilio per fare qualche dollaro, e successivamente è stato molto legato a Katherine Graham, editrice del Post, figura leggendaria dell'editoria newyorchese (colei per la quale Truman Capote organizzò il Black and White Ball del 1966).

    Anche se non fosse un grande affare, Buffett ha salvato il giornale della sua città, e a 81 anni potrebbe anche essere solo una buona azione.