Icardi è più vispo di Putin e lotta insieme a noi

L'Inter si deve tenere stretto il suo numero 9 capace domenica di segnare quattro gol su quattordici palloni giocati

Quattro gol su quattordici palloni giocati, fa quasi un gol ogni tre tocchi; quattro gol in venti minuti, fa una palla in buca ogni trecento secondi. Roba che se si candidava premier con un qualsivoglia partito populista (con quei tatuaggi, e quella Wanda a rimorchio, non riusciamo davvero a immaginarlo schierato in qualche collegio fighettino da Pd-centro storico) aveva già trovato la quadra per le due porte più importanti, Camera e Senato, e anche un’ipotesi di squadra di governo. Ma giacché preferisce la bola, teniamocelo stretto e accontentiamoci. Maurito Icardi è più vispo di Putin e lotta insieme a noi. (Che poi, Putin… Lucianone Spalletti a San Pietroburgo ha lasciato un po’ di cuore, si sa). Che altro dire, per una domenica che non ci siamo fatti mancare nulla? Persino Ivan il Terribile Perisic dev’essere passato in settimana da Lourdes, inopinatamente si è rimesso a correre. Risanato. Persino il patafisico di Certaldo è tornato per un giorno a indossare l’armatura di Sun Tzu, degno ministro della Guerra di una degna armata cinese ma non di terracotta. “E’ servita la mia provocazione sulla mancanza di qualità?”, ha detto il sornione. “L’ho fatto per andare avanti. Il mio obiettivo è sempre quello di cercare di dare qualcosa di più e di dare forza ai giocatori. Non so quale sia il sistema per vincere ma conosco quello per perdere che è quello di fare sempre i complimenti a prescindere e di dire sempre bravi a tutti”. E allora avanti così, basta far complimenti e giù una scarica di legnate sul groppone (proverbio cinese, del resto: tu non sai il perché, ma loro invece sì) e vediamo la prossima. Che se non fanno giudizio, gli facciamo fare la pagella da Ivan Zazzaroni, non so se mi spiego.

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