Luciano Spalletti (foto LaPresse)

Non è andata male all'Inter di Luciano "Senza Qualità" Spalletti

Maurizio Crippa

Nella celebrazione dei 110 dei nerazzurri, il pareggio contro il Napoli è una buona notizia. L'unica nota stonata è l'allenatore

Ma sì dai, non è andata mica male, eh. Con lo score degli ultimi mesi, con la voglia che non avevano, per parafrasare il fratello interista Enrico Ruggeri, i Bauscia potevano prenderne tre, tranquilli. Invece la famosa squadra che giocherebbe il calcio spettacolo migliore d’Italia non ha tirato in porta. Gagliardini per una volta sembrava tornato a essere il suo fratello bravo, Brozo è miracolosamente uscito dal coma, e sono bei misteri. Però sì, dai, male non è andata. C’era aria di festa, il compleanno 110. E pazienza se alla prima edizione dell’Hall of Fame dell’Inter – “centinaia di migliaia di voti dai tifosi sul sito ufficiale” non abbiano eletto Mou, e nemmeno HH, e del Triplete si siano ricordati solo di Capitan Zanetti. A far felici quelli di Mou (lui ha consolato il suo popolo con una bella intervista-Momendol per i zeru tituli di questi anni da orfani) a San Siro l’altra sera hanno premiato Maicon il Grande. E se invece di un mister autocratico, le formazioni si facessero col voto online, con una piattaforma Inter-Rousseau, l’immenso Douglas Sisenando sarebbe stato in campo, sulla fascia di competenza. Ma non è andata male, dai. Se non che. Se non che Sun Tzu Spalletti ne ha piene le pelotas, è ora di ribattezzarlo l’Uomo Senza Qualità. Stufo della palude in cui s’è infilato. “Perché non riesco a dare la mia impronta? Dipende da dove si vuole collocare l’Inter: abbiamo fatto un pessimo periodo, ma in generale non abbiamo mai giocato un grandissimo calcio, perché secondo me non abbiamo tutta quella qualità che si dice. Il Napoli ha qualità”. “Potevamo vincere se il colpo di testa di Skriniar fosse entrato: avremmo mostrato qualità? Mah, non so…”. E se non lo sa lui, avvertite i cinesi, va’. Che magari lo fanno allenatore a vita: in Cina si usa così.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"