Luciano Spalletti (foto LaPresse)

Per Spalletti il prossimo passo è il TSO

Maurizio Crippa

Sono domeniche che il nostro Sun Tzu ciondola la pelata a bordo campo, smoccola, parla da solo e confonde i ruoli dei giocatori. E' stato colpito dalla maledizione dei suoi predecessori

Premesso che: a) Tocca dire grazie ai Cacciaviti, i quali poi, avessero una coscienza, si premurerebbero di dire grazie a chi sapete voi. b) La Roma sta messa peggio dei Dispersi Bauscia, seppure abbia qualche scannagatti in meno a intasare il centrocampo. Questo premesso, e non è che consoli, la domanda inevitabile – o toccherebbe dire la domanda eterna, sulla sponda del Naviglio che indossa i colori della notte – è questa: perché alla Beneamata qualsiasi allenatore arrivi, dopo un tot numero di mesi, variabili tra i 3 e i 9, in alcuni fortunati casi il periodo di latenza si può protrarre per 12, 14 mesi (il Mancio era di buona tempra, durò un po’ di più) alla fine sbrocca? Esce di zucca? Non ci capisce più un tubo? Confonde il terzino destro col sinistro, il mediano e il centravanti? Insomma non riesce più a mettere in campo una formazione, né tanto meno a farsi dare retta da quegli undici somari bradi in campo? Precisazione statistica: la maledizione della panchina dell’Inter non ha avuto effetto, in cinquant’anni, in due e soli due casi: HH e Mou. Per tutti gli altri, Lippi o Ranieri, Gasp o Mazzarri, Simoni o Strama, è finita regolarmente ai matti. Ora, è il turno di Spalletti, il nostro Sun Tzu. Sono domeniche che ciondola la pelata a bordo campo, smoccola, parla da solo. Domenica nel grigiume di Ferrara ha messo Cancelo dalla parte sbagliata, Eder a finto (non “falso”) nueve. Gli hanno regalato Rafinha, e messa come ormai era messa, cazzo ma a quel punto provalo, no? Niente. All’85esimo è entrato Gagliardini. Prossimo passo il TSO. Ma ai Signori di Nanchino gliene avevano parlato, della Follia dell’Allenatore dell’Inter e di quanto può venire a costare?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"