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L'Inter prima in classifica e in attesa della Juventus: meglio toccarsi

Maurizio Crippa

Consigli non richiesti a Luciano Spalletti. E una domanda: come si dice toccarsi gli zebedei in cinese?

Come si dica toccarsi gli zebedei in cinese, nel senso del gesto apotropaico, non lo sappiamo ed è facile che ancora non lo sappia nemmeno il ministro della Difesa, il conducator Spalletti. Ma è meglio che impari e consigli la manovra anche a Little Steven Zhang, casomai dalle parti di Nanchino non siano adusi alla ravanata scaccia-sfiga. Certaldese dal multiforme ingegno, Mr. Sun Tzu Spalletti non è uomo che si faccia abbindolare dalla prima sirena che si mette a sviolinare. Lo sa, lo sa per esperienza, che un complimento di troppo di Mario Sconcerti, o di Maurizio Crosetti corrispondono a orribili minacce del destino: un bacio della morte sulla pelata, un’autorete da centrocampo, un gol di testa del portiere avversario, una dichiarazione di tifo da parte di Piero Grasso. Cose da scappare e da toccarsi, appunto. Nel momento in cui hai fatto una bella partitella d’allenamento contro un Chievo più soffice del pandoro, nel momento in cui ti affacci a vedere che effetto che fa essere i primi della classe – l’ultima volta che era accaduto Matteo Renzi stava ancora al governo, per dire l’antichità – e soprattutto quando tra cinque giorni sarai a casa di quelli là: sì, proprio quelli là. Quelli che da sei anni, eccetera. Quelli che loro lo stadio di proprietà, eccetera. Quelli che hanno venticinque titolari, eccetera, e Sun Tzu se va bene quindici. E avete già capito a chi la stanno tirando, Sconcerti e soci. Perciò niente: toccarsi, ragazzi. Allenarsi tutta la settimana a toccarsi, ad Appiano. Ma poi, però. Ieri il re dei sopravvalutati, insomma Capitan Passato, ha dichiarato: “Spalletti? Qualche casino l’ha fatto”. E pure: “Scudetto non impossibile”. E se lo dice De Rossi, l’Uomo dalla manata d’oro, sai che magari annulla gli effetti delle fattucchiere?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"