Photo by Markus Winkler on Unsplash 

popcorn

Nel futuro di Hollywood c'è la Black List delle sceneggiature

Mariarosa Mancuso

La lista dei migliori copioni in cerca di budget viene compilata ogni anno dal 2005. 375 addetti ai lavori votano la migliore. Speriamo che "Spider-Man" raddrizzi i disastrosi conti del 2021

La speranza di raddrizzare almeno un po’ i disastrosi conti del cinema 2021 è riposta in “Spider-Man: No Way Home” di Jon Watts. Vale per gli Stati Uniti, dove gli analisti prevedono 150 milioni di dollari in questo primo finesettimana (130 secondo i più prudenti produttori della Sony). E vale per l’Italia: 4 milioni nei primi giorni in sala non si vedevano da prima dalla pandemia. L’Uomo Ragno alle prese con gli universi paralleli – nel gergo di oggi: “multiverso” – ha surclassato “Encanto”, incursione della premiata ditta Disney nel realismo magico, intriso di autostima. Non importa se non hai un talento, bambina con gli occhiali: salverai comunque il mondo.

Incrociamo le dita, sono i soldi a far girare la macchina. Come promessa per il futuro, sul versante delle idee, guardiamo alla Black List che a Hollywood viene compilata ogni anno dal 2005. 375 addetti ai lavori votano la migliore sceneggiatura in attesa di finanziamento. In passato, dal censimento sui migliori copioni in cerca di budget sono usciti film come “Argo”, “The Millionaire”, “Il discorso del re”, “Spotlight”, “Tonya”. Per arrivare a tempi più recenti – insomma, dopo il Covid, che nel cinema come in tante altre faccende dalla vita fa da grande discrimine – troviamo “The Father” di Florian Zeller (Anthony Hopkins con l’Alzheimer e lo spettatore un po’ anche lui, tanto lo spaesamento era reso bene). E “Una donna promettente” di Emerald Fennell, vendicatrice vestita da infermiera con autoreggenti e tacchi alti.

Sono anni che la studiamo, non solo a tavolino ma anche quando i fortunati arrivano sullo schermo con l’etichetta “Black List anno taldeitali”. Sono film a volte irritanti – è il caso di “Spotlight”, celebrazione dei giornalismo d’inchiesta con tanto di rotative e copie fresche di stampa. A volte ottimi, come “Argo” diretto da Ben Affleck e scritto da Chris Terrio. Quasi sempre con un sovrappiù di bizzarria, sembra di sentire i produttori che dicono: “bell’idea, troppo complicata”, “bella idea, ma non vedo le file degli spettatori al botteghino”.

Al primo posto della Black List 2021 si piazza Daniel Jackson con “Cauliflower”. La storia di un wrestler guidato da un coach misterioso, finché un orecchio malato rischia di rovinargli la carriera. Garantiscono sarà una commedia. Più originale sembra “Divorce Party” di Rebecca Webb: “Una notte da leoni” in versione femminile e femminista (con risvolto di autostima, è il prezzo da pagare oggi). A colpo d’occhio: aumentano le sceneggiatrici, i nomi esotici, e la non piccola sciagura dei biopic, da Kayne West a Michael Jordan al compositore russo Shostakovich. Sul versante horror, c’è il rumore assassino di “Loud”. Buona fortuna ai meritevoli.

Di più su questi argomenti: