Divine - La fidanzata dell'altro

La recensione del film di Jan Schomburg con Matilda De Angelis, Callum Turner, Anna Bonaiuto (noleggio o acquisto su Chili)

Mariarosa Mancuso

Oggesù. Mai invocazione fu più appropriata, considerato il tema del film: l’amore sacro e l’amore profano. Svolto in maniera assai grossolana, bastano i primi cinque minuti (poi, se andate avanti, ci sono scene e situazioni che fanno dire: “Qualcuno ha riletto il copione, o era ‘buona la prima’ già in fase di scrittura?”).

Nei titoli di testa, il tormenti della carne e i diavoletti di Hieronymus Bosch. Un attimo dopo siamo nel traffico di Roma, in fondo il Colosseo, al volante dell’auto l’attrice Serra Yilmaz. Un giornalista straniero con troupe televisiva sbarca in città per seguire l’elezione del nuovo Papa. Lo votano – parole sue – “un centinaio di anziani con sgargianti tuniche rosse, neppure una donna tra loro”. Incontra Matilda De Angelis, sul punto di farsi suora. Proprio sul punto, mancano un paio di giorni al noviziato e ha pronto l’abito, commentato dai suoi amici gay con urletti del tipo “è così Chanel”, “somiglia tanto a un vestito da sposa”. No, non siamo noi che prendiamo in giro i gay, è il regista tedesco che ne fa polpette, o stereotipi. Per accrescere il colore locale, un ragazzino a Trastevere vende i chiodi originali della crocifissione (“c’è ancora il Dna di Gesù”).

Un flash mob del tutto insensato. Chiacchiere, anche in latino, sulla città eterna. La signora che affitta la terrazza con vista sul Vaticano alle troupe televisive. Guarda caso, la madre della futura suora. Che intanto gira per casa con l’asciugamano post-doccia, anche se il giovanotto allunga l’occhio. Organizza anche una sorta di addio al nubilato – pregando gli amici gay di non invitare spogliarellisti. Il tipo di film che a Hollywood, raggiunta la celebrità, le attrici facevano sparire dalla circolazione.

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