Robin Williams non si dimentica

Sei anni fa l'addio all'attore. Dal primo settembre un documentario, Robin's Wish, racconta la carriera e gli ultimi anni del comico americano

L'11 agosto del 2014 Robin Williams fu ritrovato morto dai vigili del fuoco nella sua casa di Paradise Cay, California. La polizia dichiarò che l'attore si era tolto la vita impiccandosi con una cintura, fissata alla maniglia della porta della sua stanza da letto.

 

Anche il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama si unì al cordoglio per la scomparsa del comico: "Robin Williams è stato un aviatore, un dottore, un genio, una tata, un presidente, un professore, Peter Pan e tutto il resto. Ma era unico nel suo genere. È arrivato nelle nostre vite come un alieno, ma ha finito per toccare ogni elemento dello spirito umano. Ci ha fatto ridere. Ci ha fatto piangere. Ha dato il suo incommensurabile talento liberamente e generosamente a coloro che ne avevano più bisogno, dalle nostre truppe di stanza all'estero agli emarginati nelle nostre strade. La famiglia Obama offre le proprie condoglianze alla famiglia di Robin, ai suoi amici e a tutti coloro che hanno trovato la propria voce grazie a Robin Williams"

 

A sei anni di distanza, a settembre, uscirà Robin’s Wish, il documentario diretto da Tylor Norwood che racconta gli ultimi mesi di vita dell’attore.

 

 

"Per troppe persone è stato difficile capire perché Robin se ne sia andato. Quando qualcuno si toglie la vita, c’è sempre qualcosa di più e questo film è quel qualcosa in più", ha detto Susan Schneider, l'ultima moglie dell'attore. "Se gli fosse andata bene avrebbe avuto magari tre anni di vita e sarebbero stati tre anni duri, probabilmente sarebbe stato internato. Alla fine, non aveva nemmeno più il controllo della sua voce, era sobrio, completamente pulito, ma soffriva di ansie", ha spiegato rendendo noto che a Robin Williams era stato diagnosticato il Parkinson.

  


Mariarosa Mancuso e Maurizio Crippa avevano ricordato l'attore l'indomani della sua scomparsa

 

 

 


 

Nelle pagine seguenti trovate cinque film che non potete perdervi di Robin Williams

Il mondo secondo Garp

"Piena confessione: non abbiamo amato tutti i suoi film", scriveva Mariarosa Mancuso. "Il clown 'Patch Adams' (diretto da Tom Shadyac) ci fece fuggire per eccesso di nasi rossi e melassa sentimentale. A vedere il professore che in 'L’attimo fuggente' di Peter Weir invitava a strappare le pagine dei libri abbiamo avuto un momento di furia: già tutti pensano che per diventare poeti basta un cuore sensibile e una ragazza che ti lascia, figuriamoci se a rilanciare questi cascami di romanticismo ci si mette pure un film immediatamente diventato di culto. Meglio ricordarlo da comico stralunato, in 'Il mondo secondo Garp' di George Roy Hill, tratto dal romanzo di John Irving: Garp non voleva far lo scrittore per vocazione, bensì per conquistare la ragazza dei suoi sogni".

 

Cadillac man

Oppure da "venditore di auto che si improvvisa negoziatore in 'Cadillac Man', quando Tim Robbins irrompe nel salone e minaccia una strage".

 

Will hunting

O anche "da strizzacervelli in 'Will Hunting - Genio ribelle': il ruolo – scritto dai quasi debuttanti Matt Damon e Ben Affleck – che fece vincere a Robin Williams un Oscar come attore non protagonista", continua Mariarosa Mancuso.

 

L'attimo fuggente

Per Maurizio Crippa "Robin Williams è stato moltissime cose, ma ci resterà negli occhi soprattutto per il professore con la giacca di tweed che ha insegnato ai suoi alunni, e a tutti gli alunni, che 'solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre'. L’icona socratica, addetta alla maieutica, della generazione dell’ottimismo morale, del new deal dell’etica liberata".

 

La leggenda del re pescatore

C'è poi il Robin Williams nello stralunato "La leggenda del re pescatore" di Terry Gilliam, dove si ride, ci si commuove, a volte non si capisce cosa accada perché capire non sempre serve, a volte basta farsi trascinare dalla corrente. Nel film, al suo fianco, prende forma Jeff Brigdes, ancora per tutti solo Jeff Bridges e non il Drugo di Big Lebowski. Dirà l'attore "in molti mi hanno fatto i complimenti per la recitazione in quel film. La cosa strana è che con Robin molte volte non abbiamo recitato, ci siamo lasciati trascinare l'uno dall'altro. Dopo quel ruolo mi chiesi molte volte se l'attore dovesse davvero recitare oppure farsi trascinare da qualcuno".

 

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