Il coronavirus mette in quarantena anche il Festival di Cannes

Mariarosa Mancuso

La manifestazione in programma dal 12 al 23 maggio, scrive Le Point, non si farà. Volendo, e con un deciso cambio di rotta per chi ha cacciato Netflix, la si potrebbe ripensare da remoto: film online, con codici di accesso per gli accreditati

60 mila visitatori al giorno, in una cittadina costiera di 75 mila abitanti. Sono i numeri del Festival di Cannes: l’assembramento ideale per far circolare il coronavirus. Neanche Boris Johnson avrebbe il coraggio di testare proprio lì, e per quasi due settimane, la sua teoria epidemiologica: tutti saremo colpiti, la maggior parte sopravviverà, e ci dispiace per gli altri.

 

Figuriamoci se hanno voglia di rischiare gli organizzatori del Festival, le autorità cittadine, i proprietari degli alberghi e di ristoranti. Cannes 2020 – in programma dal 12 al 23 maggio – non si farà, scrive il sito di Le Point. Niente film dalla Cina, dalla Corea – che ha vinto l’anno scorso con “Parasite” – e neppure dall’Italia. Niente americani: le uscite dei film sono rinviate a chissà quando, le produzioni bloccate. Il red carpet con la mascherina sarebbe peggio di tutti i film dell’orrore visti finora.

    

Spostarlo dopo l’estate sarebbe difficile, altri festival tra cui la Mostra di Venezia occupano lo spazio. Meglio saltare l’anno, gli sponsor sono freddini. Volendo, e con un deciso cambio di rotta per un Festival che ha cacciato Netflix, ci si potrebbe ricordare che esiste lo streaming. E ripensare il Festival da remoto. Film online, con codici di accesso per gli accreditati.

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