L'ora più buia

di Joe Wright, con Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Lily James, Ben Mendelsohn, Stephen Dillane

Mariarosa Mancuso

Come lezione di storia può divertire (anche se l’allievo ha la tentazione di alzare la mano e dire “Ho già visto ‘Dunkirk’ di Christopher Nolan, abbiamo scambiato le pagine del programma”). Come film è verboso e didattico. Le parole sono pronunciate con solennità dai membri del Parlamento (tra una protesta e l’altra, non sembrano neppure inglesi). Oppure biascicate in privato da Winston Churchill, primo ministro appena eletto a cui subito i nemici misurano il tasso alcolico: scotch a colazione, una bottiglia di champagne a pranzo e una a cena, brandy e porto per finire la serata. In pubblico, nei discorsi radiofonici che tanto spaventavano il sovrano balbuziente – Giorgio VI per i sudditi, Bertie per i familiari, salito al trono dopo che il fratello maggiore Edoardo aveva abdicato per sposare la divorziata Wallis Simpson – Mr. Churchill ritrovava la grinta. oltre che il senso dello stato e delle imprese impossibili. Di là c’erano i nazisti, con cui non era il caso di trattare (come erano tentati di fare anche i francesi, che del primo ministro britannico apprezzavano le doti d’attore: sulle doti da condottiero, erano perplessi). E 300 mila soldati dell’esercito britannico erano prigionieri in quel di Dunkirk. Joe Wright aveva già dedicato all’evacuazione di Dunkirk uno spettacolare piano sequenza nel film “Espiazione” (tratto dal romanzo di Ian McEwan, con James McAvoy). Qui se ne resta saldamente a Londra, nelle stanze del potere e nelle stanze di casa Churchill. Vediamo il primo ministro dettare la corrispondenza dal letto, mentre fa una colazione che solo a vederla alza il colesterolo. Lo vediamo in vestaglia, mentre battibecca con la moglie Clementine – l’attrice Kristin Scott Thomas. Vediamo Winston Churchill con i suoi sigari e le sue ire, e il segno della vittoria fatto sbagliato, anche se sotto il trucco e dentro i vestiti recita Gary Oldman. Irriconoscibile e perfettamente calato in un personaggio che non gli assomiglia, vincerà sicuramente l’Oscar. “L’ora più buia” senza di lui sarebbe stato molto più noioso. Parliamo sempre di cinema, alle lezioni di storia dovrebbe provvedere History Channel.

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