TUTTI I SOLDI DEL MONDO

Mariarosa Mancuso

Di Ridley Scott, con Charlie Plummer, Christopher Plummer, Michelle Williams, Mark Wahlberg

Apparteniamo alle brigate Kevin Spacey, spiace per Ridley Scott. L’idea di cancellare il molestatore rigirando le scene con Christopher Plummer suona più come una preoccupazione per gli incassi che per la morale. Fosse stata una parte da angioletto, o da Madre Teresa, o da chi per missione si accolla i mali del mondo, lo si poteva anche capire. Ma qui abbiamo Paul Getty, stramiliardario che aveva fatto istallare nel maniero di Sutton Place un telefono a gettone per le chiamate degli ospiti. Stendeva mutande e canottiere nel bagno dell’albergo trovando esosa la lavanderia, quando gli rapirono un nipote sedicenne a scopo di riscatto dichiarò “ho 14 nipoti, se caccio i soldi per uno mi rapiscono anche gli altri”. Il sessantenne Kevin Spacey recitava nonno Getty ricoperto di trucco.

 

    

Altro segnale forte: il regista voleva proprio lui, che portava in dote al film tutta la perfidia sfoderata in “House of Cards” (parlandone da viva, intendiamo la serie: la sesta stagione finora consiste in due episodi buttati perché c’era Kevin Spacey, e molte incertezze sul fatto che Robin Wright possa ereditarne gli sguardi rivolti allo spettatore). Christopher Plummer del trucco non ha bisogno – temeva solo a 88 anni di non aver abbastanza memoria per imparare in fretta le battute – così Ridley Scott ha potuto sbrigare in una decina di giorni il lavoro di un mese. (Strano però che nessuno abbia fatto ancora un leak con la versione di Spacey, Hollywood conserva i suoi segreti meglio del Pentagono).

 

“Tutti i soldi del mondo” racconta il rapimento di John Paul Getty III, prelevato a Roma nel 1973 per conto della ‘Ndrangheta che sperava di ricavarne 17 milioni di dollari – sì, proprio il ragazzino a cui tagliarono l’orecchio per dimostrare che facevano sul serio. Sedicenne sbandato – e figlio di padre a sua volta sbandato – aveva detto in giro “ora fingo un rapimento per sistemarmi”. Le indagini partirono in ritardo. Michelle Williams è la madre affranta e combattiva, ruolo ideale per la candidatura all’Oscar. Le scene italiane hanno fatto storcere il naso, a chi non ricorda le facce dei criminali e le catene al piede dei rapiti.

Di più su questi argomenti: