Uma Thurman in Kill Bill

La Bella Addormentata e 50 sfumature di molestia

Mariarosa Mancuso

Le minacce di Uma Thurman, la pausa di John Lasseter dalla Disney e dalla Pixar. E ora sono tempi duri anche per i principi delle favole

Un campo minato. Sempre di più. Non si capisce chi avrà il coraggio di sminarlo, sono mestieri che costano la vita. Ora esiste la molestia a mezzo cinema. La denuncia Sarah Gordon, una stagista che lavorava al programma “The Charlie Rose Show” (con effetto immediato il giornalista è stato licenziato dalla Cbs, dove conduceva il programma del mattino). Il film incriminato si intitola “Secretary”, lo ha girato nel 2002 il regista Steven Shainberg – poi si è perso in un ritratto della fotografa Diane Arbus intitolato “Fur”, con Robert Downey jr e Nicole Kidman.

        
Lei era Maggie Gyllenhaal, una segretaria che sbagliava apposta per farsi sculacciare dal capo James Spader (piuttosto fascinoso dopo il soderberghiano “Sesso, bugie e videotape”). All’origine, un racconto di Mary Gaitskill che sta in tutte le biblioteche senza meritarsi l’inferno. Wikipedia, che brilla per pruderie, lo definisce “una commedia con elementi di humor nero”. Insomma, roba che al massimo va vietata ai minori di quattordici anni (che peraltro non vanno al cinema ma si guardano tutto il porno che trovano su internet).

    
Questo ormai il livello delle molestie percepite (come se non ci fossero mille altre occasioni per sentirsi a disagio nella vita e sul lavoro). E chi ci ha portato a vedere film brutti da far spavento? (parlandone all’uscita come di capolavori, mentre cercavamo una scusa per sottrarci alla lezioncina). Resta una curiosità: chi ha comprato i milioni di copie di “50 Sfumature di Grigio” – e poi di nero, e poi di rosso – spacciate qualche anno fa come la frontiera della nuova libertà conquistata dalle femmine? Ancora ce lo chiediamo, ricordando benissimo quando le signore, non ancora in fila per l’hashtag #metoo, si informavano sulle fruste. Nella fase appena precedente, la liberazione passava per il burlesque.

           
Uma Thurman aveva promesso di parlare quando si sarebbe calmata. Chissà com’era prima, visto che adesso augura “Buona festa del Ringraziamento a tutti”, precisando che Harvey Weinstein non è compreso: deve patire atroci tormenti, non è degno neppure del colpo di grazia, “sarebbe una pallottola sprecata”. John Lasseter prende sei mesi di pausa dalla Disney e dalla Pixar – che intanto fa uscire “Coco”, si spera senza rinnegare il genio di “Toy Story” – per “gesti non voluti”. Si parla di qualche abbraccio, non sono nemmeno chiari i nomi delle molestate. Neanche la camicia con i pupazzetti salva la reputazione.

   
Tempi duri anche per i principi delle favole. Una madre inglese chiede di togliere dalle scuole “La Bella Addormentata”: la dormiente non aveva acconsentito al bacio. Non è uno scherzo, lo ha scritto il Guardian e ripetuto la Bbc. Bei tempi in cui i freudiani potevano scrivere che la ragazza era frigida, e che il bacio principesco la riscaldava. Si attendono rivelazioni su chi molesta chi, tra Biancaneve e i sette nani.

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