editoriali

Il Vaticano dà l'altolà alla Chiesa tedesca

Redazione

La Santa Sede ha pubblicato una Dichiarazione che, per la prima volta dopo la Lettera del Papa del giugno 2019, reagisce a quanto sta accadendo in Germania con il Cammino sinodale

"Per tutelare la libertà del popolo di Dio e l’esercizio del ministero episcopale, pare necessario precisare che il Cammino sinodale in Germania non ha facoltà di obbligare i vescovi e i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale”. All’ora di pranzo, a sorpresa, la Santa Sede ha pubblicato una Dichiarazione che, per la prima volta dopo la Lettera del Papa del giugno 2019, dà l’altolà a quanto sta accadendo in Germania. Il Cammino sinodale va avanti spedito da tempo e si ripropone esplicitamente di sovvertire morale e dottrina e, se necessario, di rovesciare anche la struttura piramidale che da duemila anni governa la Chiesa, facendo del Papa nient’altro che un vescovo fra tanti.

 

Il cardinale Walter Kasper, non proprio un tenace conservatore reazionario (fu lodato da Francesco nel suo primo Angelus) da tempo va dicendo che non sa più nemmeno dire se quanto sta accadendo in Germania sia cattolico. Oggi l’intervento del Vaticano, benché nel documento manchi la firma del Papa (una presa di distanze per evitare di finire nel calderone delle prevedibili polemiche e reazioni d’oltralpe?): “Non sarebbe lecito avviare nelle diocesi, prima di un’intesa concordata a livello di Chiesa universale, nuove strutture ufficiali o dottrine, che rappresenterebbero una ferita alla comunione ecclesiale e una minaccia all’unità della Chiesa”.

 

E’ necessario, si sostiene, “mantenere sempre viva ed effettiva la comunione con tutto il corpo della Chiesa. Pertanto si auspica che le proposte del Cammino delle Chiese particolari in Germania confluiscano nel percorso sinodale che sta percorrendo la Chiesa universale”. E’, in fin dei conti, la strategia dell’ala pragmatica dei vescovi che lavora al Sinodo: accogliere e diluire le più svariate istanze che giungeranno a Roma dal mondo intero nella discussione generale sulla sinodalità. In modo da trovare, se possibile, una soluzione mediana che tenga unita la Chiesa. Impresa, a oggi, tutt’altro che facile.