Ci mancava solo la guerra tra cardinali

Redazione

Parolin e Becciu se le danno pubblicamente. Un bel problema per il Papa

Alla fine, più che sul rito amazzonico o sulle diaconesse, i guai maggiori per il governo di Papa Francesco rischiano di arrivare dallo scontro tra due pesi massimi della curia, il cardinale segretario di stato Pietro Parolin e il cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della congregazione per i Santi. Oggetto del contendere è la vicenda dell’immobile londinese comprato dalla Santa Sede quando Becciu era sostituto, cioè il numero due di Parolin. Proprio quest’ultimo, tre giorni fa, ha rotto il suo consueto riserbo definendo “opaco” l’investimento. La risposta di Becciu è arrivata poche ore dopo, direttamente con un’intervista all’Ansa: “Perché dovrebbe essere opaco? L’investimento era regolare e registrato a norma di legge”.

 

Controreplica di Parolin (ieri): “Io non rispondo a Becciu. Quello che ho detto è che ora la questione è in mano alla magistratura che farà il suo lavoro. Lavoro che serve a chiarire questa situazione. Questo volevo dire, esprimendo ancora una volta la fiducia nell’operato della magistratura e sottolineando – era implicito ma lo dico qui – che dobbiamo dare a tutti la presunzione di innocenza fino a quando non è dimostrato il contrario”.

 

Volano stracci tra due pesi massimi della curia bergogliana, il tandem che fino a un anno fa – prima della promozione di Becciu con conseguente cappello cardinalizio – governava la Santa Sede, e il rischio è che il caos anziché diminuire aumenti. Dopo le dimissioni forzate del capo dei gendarmi Domenico Giani – il Papa non cessa di manifestare la propria stima all’ormai ex comandante, tra onorificenze e visite private alla famiglia, benché le dimissioni siano state subito accettate senza troppo pensarci – il caso scoppiato all’inizio del mese con le perquisizioni in segreteria di stato e le foto segnaletiche finite ai giornali sembra rivelare una spaccatura assai profonda ai vertici del governo vaticano. Un problema in più, tutt’altro che desiderato, dal Papa.

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