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Emanuela Orlandi, tombe scoperchiate in Vaticano

Matteo Matzuzzi

La Santa sede da sempre accusata di avere intralciato la ricerca della verità. Ora, tra pavimenti scavati sulla Salaria e sepolcri aperti nel Camposanto teutonico, almeno questo refrain potrà essere archiviato

La triste vicenda di Emanuela Orlandi s’è ormai trasformata in una saga che neppure Dan Brown, probabilmente, avrebbe saputo mettere su carta. Dopo i resti trovati sotto il pavimento della nunziatura italiana e subito collegati alla ragazza scomparsa nel 1983 – era l’apertura di parecchi siti d’informazione – salvo poi scoprire da qualche trafiletto a pagina 25, 27, 32 che erano ossa di un antico romano – adesso è la volta della tomba vaticana. Messaggi segreti, enigmi da risolvere, statue di angeli che indicherebbero di scavare proprio lì dove indica il dito. E misteriose manine che periodicamente adornano di freschi fiori due vecchie tombe, apparentemente senza motivo.

 

Dopo altre lettere ai giornali, dichiarazioni di avvocati e interviste, da oltretevere hanno dato il via libera a scoperchiare le tombe sospette, il prossimo 11 luglio. E’ la prima fase di un’operazione, si spiega in Vaticano, che porterà poi alla catalogazione dei reperti e alla datazione dei resti. Per anni la famiglia Orlandi ha denunciato la scarsa – o nulla – collaborazione delle autorità vaticane nell’inchiesta che si riprometteva di chiarire che fine avesse fatto Emanuela. Ora, tra pavimenti scavati sulla Salaria e sepolcri aperti nel Camposanto teutonico, almeno questo refrain potrà essere archiviato. Che poi si trovi qualcosa, lo diranno gli esami. Ma almeno per una sera i torbidi sospetti sull’oscuro Vaticano che tutto nasconde potranno essere riposti nel vasto libro dei complotti.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.