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Il Papa garantista non piace

Deluse le vittime degli abusi: per Francesco la presunzione d’innocenza è sacra

Pensare che tre giorni di riflessioni in Vaticano su un tema enorme come la protezione dei minori nella chiesa potessero risolvere ogni problema era utopico. Le intenzioni sono lodevoli, la serietà delle relazioni lette in Aula è assoluta, il dolore espresso dai vescovi partecipanti sui giornali è sincero. Quando però si apre il vaso di Pandora, non si sa mai cosa può saltare fuori. Così è bastato che il Papa proponesse ai presidenti delle conferenze episcopali convenuti a Roma una lista di ventuno spunti di riflessione –  non dogmi, ma semplici proposte –  per scatenare la delusione delle vittime che a frotte sono accorse in piazza San Pietro. Il fatto è che mentre il mondo voleva la gogna e in qualche caso pure l’esecuzione pubblica di monsignori corrotti, abusatori o rei d’avere nascosto sotto il tappeto storie di crimini commessi nei decenni da preti delle loro diocesi, Francesco scriveva nel suo prontuario (al punto quattordicesimo) che “occorre salvaguardare anche il principio di diritto naturale e canonico della presunzione di innocenza fino alla prova della colpevolezza dell’accusato. Perciò bisogna evitare che vengano pubblicati gli elenchi degli accusati, anche da parte delle diocesi, prima dell’indagine previa e della definitiva condanna”. Principio sacrosanto e perfino normale, ma che cozza inevitabilmente con la voglia morbosa di vedere il prete messo in ceppi e il suo nome stampato nero su bianco sui giornali, additato come pedofilo. Ma il Papa è andato anche oltre, chiarendo che si deve “osservare il tradizionale principio della proporzionalità della pena rispetto al delitto commesso” e “deliberare che i sacerdoti colpevoli di abuso sessuale su minori abbandonino il ministero pubblico”. Che è cosa ben diversa, faceva notare il vaticanista americano John Allen, dal cacciare subito con disonore il prete criminale. Il concetto di trasparenza per la chiesa evidentemente non è quello dei tabloid scandalistici. Qualcuno, al termine del summit, resterà parecchio deluso.

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