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La postilla di Benedetto XVI all'encomio di Francesco: "Io però i libri non li ho letti"

Redazione

Fratel Enzo Bianchi su Repubblica nota che le “poche righe, essenziali nella loro schietta semplicità”, erano la pietra tombale sulle baruffe tra papisti bergoglisti e papisti ratzingeriani. C'è però un paragrafo finale non citato

Fratel Enzo Bianchi da Bose, emerito pure lui ma della sua magione piemontese, sulle pagine di Repubblica notava con magno gaudio che le “poche righe, essenziali nella loro schietta semplicità”, erano la pietra tombale su cinque anni di velenose baruffe tra papisti bergoglisti e papisti ratzingeriani. Il vecchio Papa, Benedetto, dall’eremo in cui si è ritirato faceva sapere che tra lui e il successore c’è “intima continuità” – benché sia arduo comprendere a cosa si riferisca l’aggettivo “intima” qui usato – e che è ora di finirla con lo “stolto pregiudizio” che vuole Francesco essere solo “un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica” e lui (Ratzinger) trattato alla stregua di un anacoreta intento a cibarsi di cavallette e miele selvatico senza alcuna idea di ciò che accade nel mondo.

 

  

C’era però anche un terzo paragrafo, che nel comunicato diffuso dalla Segreteria per le comunicazioni è stato omesso – la Sala stampa vaticana ha spiegato che trattandosi di lettera personale non si riteneva né utile né elegante leggere tutto – nel quale Benedetto XVI, dopo aver spiegato tutto quanto detto sopra, diceva che comunque lui gli undici volumetti sulla teologia di Francesco non li ha letti. “Tuttavia – annota Ratzinger –non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica. In tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto sui libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo anche solo per ragioni fisiche non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunto”.

 

Prima annotazione: la letterina non era così spontanea, bensì – così par di capire – si tratta di una risposta a una richiesta di scrivere “una breve e densa pagina teologica” in supporto ai libri in uscita. In secondo luogo, Benedetto XVI spiega che vuoi per l’età, vuoi per altri impegni, gli manca il tempo materiale per leggere tali volumi. Il paragrafo finale non toglie nulla alla netta presa di posizione del Papa emerito sulla continuità tra i pontificati – non è la prima volta che Joseph Ratzinger mette a tacere i sibili che lo vorrebbero contrapposto a Francesco in nome di due visioni di chiesa non collimanti – ma non si comprende perché non dare conto in tutta la sua interezza del messaggio del Pontefice dimessosi nel 2013. Un eccesso di zelo, forse per non turbare i giusti festeggiamenti per il quinto anno del pontificato, che ha interessato anche la foto della lettera diffusa ai media, dove del paragrafo misterioso non v’è traccia. Ombreggiato un po’ alla maniera sovietica come si fa oggi con il volto squamoso delle star più che mature nei fotoservizi sui rotocalchi.

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