Pietro Parolin, segretario di stato vaticano (LaPresse)

Il card. Parolin su fine vita e nozze gay: "Certe scelte non possono essere condivise"

Matteo Matzuzzi

Il segretario di stato interviene anche sulle dimissioni di Marie Collins dalla commissione per la protezione dei minori: quell'organismo "non deve occuparsi degli abusi sessuali, è la congregazione per la Dottrina della fede che lo fa". E sottolinea: "La chiesa non è oscurantista".

Roma. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di stato, ha voluto fare alcune precisazioni in relazione alle dimissioni di Marie Collins dalla commissione per la protezione dei minori istituita tre anni fa dal Papa. Parolin, parlando a Firenze a margine di una conferenza nel seminario arcivescovile sulla Evangelii gaudium, ha premesso che "ci sono stati alcuni episodi che hanno portato la signora Collins a questo passo: per quello che io conosco, lei li ha interpretati così, e ha sentito che l'unica maniera di reagire, anche un po' per scuotere l'albero, era quello di dare le dimissioni". A ogni modo, ha precisato, "la commissione non deve occuparsi degli abusi sessuali, è la congregazione per la Dottrina della fede che lo fa, ma deve preoccuparsi soprattutto di creare nella chiesa un ambiente che sia tale che difenda bambini e ragazzi, li tuteli, e non permetta il ripetersi di episodi di pedofilia". Una risposta indiretta alle accuse a mezzo stampa di Marie Collins, che puntava il dito proprio contro l'ex Sant'Uffizio per non meglio precisate responsabilità nelle inchieste per i casi di abuso sessuali da parte di membri del clero su minori.

 

Ma il segretario di stato ha commentato anche il caso di Dj Fabo, che ha scelto di porre fine alla sua vita in una clinica svizzera. Riferendosi a questo e al riconoscimento della maternità surrogata per due uomini deciso dalla Corte d'Appello di Trento, Parolin ha detto: "E' fondamentale essere sempre in un atteggiamento di grande rispetto nei confronti di tutti e di tutte le scelte, anche se evidentemente non si possono condividere tutte le scelte". Quelle della chiesa, ha aggiunto, "non sono scelte oscurantiste, perché la chiesa se dice dei 'no' è perché ha dei 'sì' più grandi. Non è una risposta esclusivamente negativa, me è per qualcosa di più, una pienezza maggiore di vita e di gioia. La chiesa ha questo, perché ha il Vangelo da annunciare, e il Vangelo ha sempre buone notizie per tutti". A ogni modo, ha chiosato Parolin, "se non ci fosse la chiesa, che magari è scomoda, la società sarebbe molto impoverita su problemi estremamente nuovi e complessi, di fronte ai quali nemmeno la società mi pare così preparata".

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.