Nunzio Galantino (foto LaPresse)

Galantino colpisce il bersaglio sbagliato

Redazione

Per il numero due della Cei la politica ha abdicato. E’ vero il contrario

Il segretario della Cei, Nunzio Galantino, commenta la decisione della Consulta sull’Italicum criticando “la politica” che “non fa il suo mestiere”, visto che le regole elettorali vengono stese dalla magistratura. Però, invece di dedurne che una fase politica si è conclusa e che quindi conviene passare rapidamente per una verifica del mandato elettorale, pensa al rischio che il voto sia “un diversivo, uno strumento con cui Tizio si prenda la rivincita su Caio”. Invece, secondo il prelato “occorre risolvere i problemi e non rinviare le decisioni”. Galantino si riferisce probabilmente alle misure per aiutare le famiglie, rimaste “a mezz’aria” mentre, si domanda polemicamente come mai “negli stessi giorni si sono trovati 20 miliardi di euro per aiutare le banche”.

A parte il consueto tiro al piccione contro l’aiuto “alle banche”, che trascura il danno che patirebbero i risparmiatori da un default del sistema finanziario, in questa sottovalutazione del valore del rinnovo del mandato popolare, nella indicazione di meschine volontà di rivincita come causa principale della prospettiva elettorale, si nota un atteggiamento pregiudiziale. Non si può dire che l’attuale maggioranza non abbia compiuto scelte, anche impegnative. Se ha subìto la sconfitta referendaria è proprio perché lo aveva fatto. L’attuale situazione di stallo, invece, permette solo di affrontare le emergenze e non consente di prospettare scelte di medio periodo. Chi vuole una politica in grado di impegnarsi nella soluzione dei problemi, come dice saggiamente Galantino, dovrebbe rendersi conto che per farlo occorre in primo luogo proprio un mandato ottenuto nella competizione democratica.

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