Una parte del Collegio cardinalizio durante l'ultimo concistoro (LaPresse)

Il Decano della Rota: "Il Papa potrebbe privare del cardinalato i contestatori di Amoris laetitia"

Matteo Matzuzzi

Mons. Pinto: "Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner hanno commesso uno scandalo molto grave. Non si può dubitare dell'azione dello Spirito Santo"

Roma. "Quale chiesa difendono questi cardinali? Il Papa è fedele alla dottrina di Cristo. Ciò che hanno fatto questi cardinali è uno scandalo molto grave che potrebbe portare il Santo Padre a privarli della berretta cardinalizia, come è già accaduto in altre epoche della chiesa". A dirlo, a Religión Confidencial, è stato mons. Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana. I cardinali di cui parla sono Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner, rei di aver prima inoltrato al Pontefice quattro dubia circa l'applicazione dell'esortazione post sinodale Amoris laetitia sulla famiglia, quindi di aver diffuso tale missiva al pubblico non avendo ottenuto risposta da Francesco.

 

Il decano della Rota ha aggiunto che "questi quattro cardinali, come altre persone della chiesa che pongono in dubbio la riforma del Papa Francesco e la sua esortazione apostolica Amoris laetitia, stanno discutendo due sinodi dei vescovi sul matrimonio e la famiglia. Non un sinodo, ma due! Uno ordinario e l'altro straordinario. Non si può dubitare dell'azione dello Spirito Santo!".

 

A giudizio di mons.Pinto c'è poco anche da discutere sulla presunta mancanza di risposte da parte del Pontefice: "Il Papa non ha risposto direttamente a questi quattro cardinali, ma indirettamente ha detto loro che essi vedono solo bianco o nero, quando nella chiesa, invece, ci sono varie sfumature di colori".

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.