Il concistoro si terrà il prossimo 20 novembre in San Pietro (LaPresse)

Il Papa crea 17 nuovi cardinali. Qualche sorpresa e tante conferme

Matteo Matzuzzi
Il concistoro si terrà il prossimo 20 novembre. Il Pontefice ha ripartito le porpore in maniera equilibrata tra tutti i continenti. Bocciati i "conservatori" Chaput e Gomez, premiato il delfino belga del cardinale Godfried Danneels.

Roma. Il Papa, al termine dell’Angelus, ha annunciato un Concistoro per la creazione di nuovi cardinali. La celebrazione si terrà domenica 20 novembre, a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia. Francesco consegnerà la porpora a 13 elettori e 4 ultraottantenni, privi quindi del diritto di voto in Conclave.

 

Il primo della lista, a sorpresa, è mons. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria che lì rimarrà, ha precisato subito il Papa scorrendo la lista. Di seguito, come previsto, mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana, paese visitato dal Papa lo scorso novembre. Il primo europeo dell’elenco è mons. Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, seguito da mons. Sérgio da Rocha, arcivescovo di Brasilia. Tornano gli statunitensi: Bergoglio ne crea ben tre. Il primo, scontato, è mons. Blase Cupich, arcivescovo di Chicago e capofila in terra americana della rivoluzione pastorale voluta da Francesco. Il secondo (che chiude la lista) è mons. Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis ma già segretario della congregazione per i religiosi, fino al trasferimento in patria. Infine, porpora al curiale Kevin Joseph Farrell, prefetto del nuovo dicastero per i Laici, la famiglia e la vita. Un asiatico, mons. Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka in Bangladesh. L’altro africano che riceverà la porpora è mons. Maurice Piat, arcivescovo di Port-Louis, Mauritius. Al penultimo posto c’è anche spazio per l’arcivescovo di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea, mons. John Ribat. Dal Messico, ecco mons. Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla e già presidente del Celam, la conferenza dell’episcopato latinoamericano. L’altro europeo è l’arcivescovo di Bruxelles, mons. Jozef De Kesel, delfino e pupillo dell’anziano Godfried Danneels, che per trent’anni ha retto la diocesi della capitale belga prima di lasciare il posto al breve interregno di mons. André Léonard, che invece la porpora non l’ha ottenuta. Sarà cardinale anche l'arcivescovo venezuelano di Merida, mons. Baltazar Enrique Porras Cardozo.

 

Tra i quattro ultraottentenni “che si sono distinti nel loro servizio pastorale”, spicca mons. Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara, al quale il Papa affidò l’anno scorso le meditazioni per la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Corti, per molti anni vicario generale della diocesi di Milano sotto Carlo Maria Martini, aveva predicato gli esercizi spirituali alla Curia vaticana nel 2005. Gli altri non elettori sono mons. Anthony Fernandez, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia), mons. Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale’s Hoel (Lesotho) e un prete di Scutari, don Ernest Simoni.

 

Il Papa, tornando dall'Azerbaigian, la scorsa settimana, a proposito del Concistoro aveva detto: "A me piace che si veda, nel Collegio cardinalizio, l'universalità della chiesa: non soltanto il centro, per dire 'europeo', ma il tutto. I cinque continenti, se si può". Desiderio realizzato. Otterrano la porpora, infatti, tre europei, tre latinoamericani, tre statunitensi, due africani, un asiatico e un presule dell'Oceania.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.