Roma, Imam partecipano alla messa nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere (foto LaPresse)

Domenica a messa si è spezzato qualcosa, e non parlo del pane. Ve lo spiego

Camillo Langone

Cosa sarebbe successo se in chiesa avessi trovato maomettani e se il prete dal pulpito avesse tradito Cristo onorando Maometto?

Sono moderatamente favorevole alla cannabis libera, i parchi pullulanti di spacciatori africani sono inguardabili e infrequentabili, ma personalmente non intendo avvalermene perché la cannabis stordisce e io alla mia piccola o grande intelligenza ci tengo. Sono moderatamente favorevole al volemose bene ecumenista, la prospettiva della guerra civile-religiosa mi alletta ben poco, ma personalmente non intendo parteciparvi perché l’ecumenismo si alimenta di menzogne e chi si abitua ad ascoltare balle diventa un credulone. Per salvare la piccola o grande intelligenza in mio possesso, domenica sono andato a messa molto tardi, di sera, quando i vescovi aspiranti cardinali e i preti aspiranti vescovi erano presumibilmente già a tavola, e maggiori le probabilità di imbattersi in un sacerdote che non leccasse il culo al mondo (le cui opere sono cattive, vedi Giovanni 7,7; che odia noi cristiani, vedi Giovanni 15,19; che è dominato da Satana, vedi Giovanni 12,31).

 

Cosa sarebbe successo se in chiesa avessi trovato maomettani e se il prete dal pulpito avesse tradito Cristo onorando Maometto? Sarei dovuto uscire e a quel punto un pezzo importante della mia vita sarebbe morto, come un arto andato in cancrena, e non avrei più saputo dove posare il capo. Amici mi invitano a farmi ortodosso ma, pur ammirando i cristiani orientali da quando tentavo di seguire le messe in San Spiridione a Trieste, non sono Cristina Campo: ubi Petrus, ibi Ecclesia. Altri amici mi spingono verso la Fraternità San Pio X ma giusto Parenzo e Labate della Sette possono darmi del lefevriano: io sono cristiano e Gesù poco prima di venire ucciso pregò “perché tutti siano una sola cosa, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Come potrei contribuire a una divisione? Altri ancora mi esortano a frequentare messe in latino debitamente autorizzate, solo che io abito a Parma, città di peculiare insensibilità liturgica, e dovrei spostarmi a Modena. E poi per quanto sia consapevole della natura cattoprotestante del messale di Paolo VI (chi percepisce in Bergoglio un’inaudita rottura analizzi meglio Montini), non mi piacciono i club religiosi: sono elitista in tutto tranne che in questo campo, lo slogan pochi-ma-buoni nel cristianesimo, che non è una setta, che non è una loggia, non funziona, e lo dimostra il fatto che nel clero qualità e quantità sono crollate contemporaneamente.

 

Cosa sarebbe rimasto della mia poca fede se domenica malauguratamente fossi capitato nel duomo di Piacenza, dove i fedeli delle prime file, tra cui alcune suore, si sono dovuti alzare per far accomodanti i maggiorenti maomettani, tutti maschi e alcuni irrispettosamente incappellati? O in quella chiesa di Ventimiglia dove il prete ha distribuito ai seguaci di Allah pezzi di pane in un’oscena parodia dell’eucaristia? O nella cattedrale di Bari dove l’imam ha cantato il Corano come se in città fosse tornato l’emiro che nel nono secolo, grazie alle lame coraniche, vi aveva reintrodotto la schiavitù? Non oso immaginarlo. Comunque domenica qualcosa si è spezzato e non mi riferisco al pane. Non sto qui a ripetere quando l’accaduto sia cattolicamente illegale (vedi “Redemptionis Sacramentum”, istruzione della Congregazione per il culto divino risalente al 2004, non al Medio Evo): non ho voglia di fare la guardia al bidone di benzina. Ripeto che sono stanco di sentire insultata la mia intelligenza che, lo ricorda Pascal, mi deriva dalla Sapienza divina e non dal clero. Quando il Santo Padre dice che il Corano è un libro di pace dice il falso.

 

Gesuiticamente? Machiavellicamente? Non lo so. So che dice il falso e posso scriverlo da cattolico praticante perché la panzana è pronunciata dall’aereo e non dalla cattedra, quindi senza la copertura dell’infallibilità petrina. Resta lo sgomento di vedere la Chiesa di colui che è la verità fare quadrato intorno a un’affermazione falsa. Scandalizzando chi conosce la storia e confondendo chi non ne sa nulla. Dopo avermi visto in televisione il mio macellaio mi ha chiesto: ma davvero nel Corano è scritto che i cristiani devono convertirsi oppure essere uccisi? Sì, gli ho risposto, è scritto così. Domenica grazie a Dio, e grazie a un sacerdote non apostata, non sono stato obbligato a scegliere tra fedeltà e ragione, però molti amici hanno smesso di andare a messa e il mio macellaio non sa più a chi credere.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).