Com'è che Famiglia cristiana è diventata la portaerei del bergoglismo

Maurizio Crippa
“Things have changed”, come canta Bob Dylan, e l’ha cantata in Italia dopo gli attentati di Parigi. Ma il 13 novembre ha cambiato di colpo anche altre cose. Ad esempio adesso succede che Alessandro Di Battista, il mattatore televisivo dei Cinque stelle, vada da Vespa, o a “Linea notte”, e citi gli editoriali di Famiglia cristiana.

Milano. “Things have changed”, come canta Bob Dylan, e l’ha cantata in Italia dopo gli attentati di Parigi. Ma il 13 novembre ha cambiato di colpo anche altre cose. Ad esempio adesso succede che Alessandro Di Battista, il mattatore televisivo dei Cinque stelle, vada da Vespa, o a “Linea notte”, e citi gli editoriali di Famiglia cristiana come un tempo citava il sacro verbo di Beppe Grillo, o come stesse citando Foreign Affairs. O come di solito, più modestamente, i suoi compagni di movimento citano il Fatto quotidiano. E a proposito di Fatto, per cambiare esempio: qualche giorno fa ha intervistato il vicedirettore di Famiglia cristiana, Fulvio Scaglione, come di solito si intervista, in caso di guerra mondiale terroristica, un Noam Chomsky.

 

Qualcosa è cambiato. Un po’, va detto, è merito di Fulvio Scaglione, 57enne vicedirettore del settimanale della San Paolo, nonché responsabile dell’edizione online e specialista di lunga data di esteri (Russia, medio oriente). E’ lui che il 15 novembre ha firmato un articolo di estrema durezza, fortemente posizionato, dal titolo: “Francia: almeno smettiamola con le chiacchiere”, che puntava il dito sulle colpe dell’occidente nella situazione insostenibile del medio oriente: “Dell’Isis e delle sue efferatezze sappiamo tutto da anni, non c’è nulla da scoprire. E’ un movimento terroristico che ha sfruttato le repressioni del dittatore siriano Bashar al Assad per presentarsi sulla scena: armato, finanziato e organizzato dalle monarchie del Golfo (prima fra tutte l’Arabia saudita) con la compiacenza degli Stati Uniti e la colpevole indifferenza dell’Europa. Quando l’Isis si è allargato troppo, i suoi mallevadori l’hanno richiamato all’ordine”. Poi il cinismo della Nato, il traffico di armi e soprattutto le colpe del coté ideologico: “Risuscitano in queste ore le pagliacciate ideologiche della Fallaci, grande sostenitrice delle guerre di George W. Bush, ormai riconosciute anche dagli americani per quello che in realtà furono: un cumulo di menzogne e di inefficienze che servì da innesco a molti degli attuali orrori del medio oriente”. Alla presa di posizione ne sono seguite altre, giornalisticamente aggressive. Che hanno portato, ieri, il settimanale a scrivere trionfalmente di aver raggiunto i “150 mila follower di Facebook”. Risultato che ha dell’incredibile, se si pensa che il target generale di Famiglia cristiana è assai anziano e poco social.

 

[**Video_box_2**]Ma i due fatti, il grande balzo in avanti sui social (anche su Twitter migliaia di rilanci) e la discesa in campo in politica estera, hanno motivi interessanti. Primo, va detto che tra il settimanale attempato, moderato e ultra pop diretto da don Antonio Sciortino e il sito internet ci sono differenze di stile e pubblico notevoli. Soprattutto, è però la scelta di campo a fare la differenza. Dopo un lungo periodo di latenza della stampa cattolica d’opinione – l’incertezza nella Cei e il nuovo pontificato hanno generato prudenza – Scaglione e i suoi hanno in pratica preso in consegna la parola d’ordine di Papa Francesco sulla “terza guerra mondiale a pezzi”. E hanno iniziato a declinarla sui temi internazionali, con i corollari di povertà, traffico d’armi, un netto antioccidentalismo. Ieri il sito apriva col Papa in Africa: “Povertà e frustrazione alimentano guerra e terrorismo”; Francesco Anfossi, altra storica firma, è stato outspoken sul tema Russia-Turchia: “Finora il risultato di questa guerra in ordine sparso è sotto gli occhi di tutti: non solo l’inefficacia dei raid aerei, ma soprattutto il gran numero di effetti collaterali, di civili uccisi da chi bombarda la Siria per ritagliarsi il suo pezzettino di territorio”. Sono i giudizi che dalla Santa Sede (ufficialmente) non escono, che si differenziano da una parte dell’opinione cattolica più che altro spaventata dall’islam e “fallaciana” nei sentimenti. Famiglia cristiana ha incarnato per molti anni un’opposizione “di sinistra” ma silenziata nel sistema dei media cattolici. Non è più la portaerei delle parrocchie del tempo che fu. Ha deciso un cambio di marcia dettato dagli eventi e favorito dalla nuova agenda internazionale di Bergoglio. Lo sta facendo, bisogna dire, con uno stile inusuale per la sua tradizione e che promette di sparigliare dentro e fuori la chiesa. A costo di piacere ai grillini e ad altri compagni di strada.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"