Il romanziere Tintoretto e il Guttuso di Germania

Luca Fiore

A Venezia e a Monaco di Baviera due mostre da non perdere nel weekend

La Biennale di Venezia curata da Bice Curiger, quella del 2011 intitolata “ILLUMInazioni”, si apriva ai Giardini con tre tele di Tintoretto. E fu un’intuizione felice, perché l’anima di Venezia, più che acqua, è luce. Il buio, come il male per il bene, non ha statuto proprio, ma è per sua natura assenza. E Tintoretto, insieme a tutto il resto, è un romanziere che racconta questa piega profonda della città, tutt’altro che serenissima. Era dal 1937 che, in Laguna, non si vedeva una mostra così su di lui. A questi ritmi, potrebbe non esserci una prossima occasione.

Venezia, Gallerie dell’Accademia e Palazzo Ducale. “Il giovane Tintoretto” e “Tintoretto. 1519-1594”. Fino al 6 gennaio

info: gallerieaccademia.it

 

 


 

Jörg Immendorff è, con tutto il rispetto per entrambi, il Renato Guttuso di Germania. Perché condividevano la stessa fede e militanza comunista? Perché il tedesco si ispirò alla serie “Café Deutschland” al “Café Greco” del pittore siciliano? D’accordo, il parallelo finisce qui: i due appartengono a mondi ed età diverse. Mentre l’italiano, classe 1911, guardava il Sessantotto, l’altro, nato nel 1945, lo faceva. Nelle piazze e sulle tele. C’è una follia nella pittura di Immendorff che è tutta tedesca. Marziale ma mai austera (come talvolta può risultare Guttuso). Duecento opere tutte da vedere.

Monaco di Baviera, Haus der Kunst. “Jörg Immendorff: Für alle Lieben in der Welt”. Dal 14 settembre al 27 gennaio

info: hausderkunst.de

 

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