Un altro allarme inesistente lanciato dal Corriere

Piero Vietti

Sempre colpa del clima impazzito?

    Grazie anche al lettore Fabrizio Giudici, leggiamo in prima pagina del Corriere della Sera questo articolo che spiega come molte specie di volatili lascino il nostro paese prima del previsto: rondini e usignoli non riempiono più i cieli d'Italia come una volta. Perché? Ce lo spiega il titolista dell'articolo: "Fuga anticipata delle rondini tradite dal clima impazzito". A tanto siamo arrivati con le nostre emissioni? Poi però, leggendo l'articolo del bravo Danilo Mainardi, si scopre che la parola "clima" non appare mai. "Credo che tutti sappiano che le rondini si nutrono volan­do, tenendo il loro grande becco — una trappola naturale — ben spalancato. Eb­bene, se gli insetticidi hanno fatto fuori la maggior parte degli insetti volanti, op­pure, quelli rimasti, li hanno resi veleno­si, per le rondini c'è ben poco da fare. E lo stesso può dirsi per le loro notturne controfigure, i pipistrelli", spiega l'articolista. Insetti e insetticidi, non clima.

    L'articolo continua, e arriva a parlare di alcune specie esotiche presenti negli ultimi tempi nel nostro paese. Eccoci, ci siamo: sarà colpa della tropicalizzazione dell'Italia, dei cambiamenti climatici. No, a quanto pare. Scrive Mainardi: "C'è, infine, un altro segnale che l'am­biente ci manda: la presenza di tantissi­me specie esotiche, installatesi perché sfuggite alla cattività o, peggio ancora, perché rilasciate per scopi venatori o di pesca".

    Nessun clima impazzito, niente global warming o "segnale d'allarme ambientale". Perché, allora, quel titolo? Perché il messaggio che il titolista collettivo vuol far passare è sempre il solito: allarmismo, paura, panico e senso di colpa per le nostre malefatte che stanno cambiando il clima. La percentuale dei lettori che leggerà l'articolo fino in fondo è immensamente inferiore a quella di chi, guardando distrattamente il titolo, penserà alle catastrofi climatiche che ci privano di usignoli e rondini. In questo modo il titolista collettivo ha raggiunto il suo scopo.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.