I deliri dell'Ipcc

Piero Vietti

Delirio d'onnipotenza del capo dell'Ipcc.

    Selezioniamo per voi uno dei passaggi più significativi di questa dichiarazione di Rajendra Pachauri, il presidente dell'Ipcc, il panel delle Nazioni Unite che studia i cambiamenti climatici (o meglio, è finanziato per dimostrare che i cambiamenti climatici ci sono e sono colpa dell'uomo). Pachauri minaccia guerre e carestie se a Copenaghen i grandi non troveranno un accordo. Dopotutto bisogna capirlo: lui è dalla parte della regione. Come faccia a esserne sicuro? Lo dice lui stesso, con un sillogismo meraviglioso, nella seconda frase che abbiamo evidenziato in neretto.

    "Se non otterremo un accordo soddisfacente a Copenhagen, è chiaro che le implicazioni umanitarie ed i relativi costi umanitari saranno molto importanti, questo sfortunatamente sarà particolarmente grave per le comunità del mondo meno favorite. Dobbiamo realmente prendere sul serio questa preoccupazione. Un tale fallimento aprirebbe anche la possibilità di mettere in pericolo la pace e la sicurezza mondiale. Il riconoscimento del premio Nobel per la pace 2007 all'Ipcc ed all'ex vice presidente americano Al Gore mostra chiaramente il legame che esiste tra il global warming da una parte e la pace e la sicurezza dall'altra. Tutto questo sarà certamente minacciato se non reagiamo. E' inevitabile".

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.