Chiara Appendino (foto LaPresse)

Tutti i guai del M5s innescati dal caso Salvini

Massimo Bordin

C'è movimento tra i sindaci che sull'alleato leghista hanno espresso una posizione diversa da quella votata dal blog

Un problema che viene alla luce finisce per illuminarne molti altri in una catena minacciosa. La torsione politica del M5s nel voto al Senato sul processo a Salvini porta con sé nell’arco di una giornata altre questioni che possono rivelarsi foriere di nuovi guai per il movimento grillino. Basta pensare a come sia peggiorata, in ventiquattr’ore, la situazione delle giunte comunali nei tre principali comuni gestiti dal M5s. A Torino non è in discussione, o almeno così sembra, la maggioranza della giunta Appendino ma le tensioni all’interno del movimento locale a proposito di una gestione della vicenda Tav ritenuta troppo morbida da alcuni attivisti si sommano ora alla spaccatura sul voto al Senato. Due consigliere comunali sono date in procinto di aderire al gruppo misto lasciando quello del M5s pur continuando a sostenere la giunta. La sindaca viene accusata di riservare le posizioni intransigenti per le questioni nazionali, come la vicenda Salvini, per applicare a quelle di cui deve direttamente occuparsi un sostanziale moderatismo. Anche gli altri due sindaci che su Salvini hanno espresso una posizione diversa da quella votata dal blog hanno animato la giornata di ieri. Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee e dunque la sua rinuncia a ricandidarsi come sindaco. Inevitabili gli attacchi del Pd che ne legge la scelta come una fuga. Quanto alla sindaca Raggi da ieri si ritrova con il direttore generale del comune indagato dalla procura per tentata concussione. “Si tratta di un reato gravissimo”, ha subito osservato Roberta Lombardi, capogruppo del M5s al comune e storica rivale della sindaca. Riassorbire tutto questo non sarà semplicissimo.

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