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Orlando si è preso la leadership della protesta contro il decreto sicurezza

Massimo Bordin

La sinistra Dc palermitana prova a riprendersi l’egemonia culturale in una sinistra che tanto grande non è più ed è sicuramente più scassata di quanto fosse trent’anni fa

Ci sono significativi aspetti collaterali alle inevitabili polemiche seguite alla iniziativa del sindaco di Palermo contro la legge sulla sicurezza voluta dal ministro Truce. Leoluca Orlando si riconferma un fenomeno della comunicazione. Altri sindaci l’avevano preceduto, consigli comunali di città importanti come Torino e Firenze avevano votato rendendo di fatto le loro città zone franche rispetto a quella legge, ma in poche battute, sull’onda del discorso di Capodanno del presidente della Repubblica, Orlando si è impadronito della leadership di una iniziativa di opposizione che potrà certo essere discussa ma ha il pregio di quella combattiva chiarezza che non è stata finora la caratteristica dei partiti avversi al governo.

 

Inevitabile in rete la riproposizione di foto, vecchie di decenni, del sindaco della “primavera di Palermo” con a fianco un politico dell’epoca che di quella esperienza fu uno dei numi tutelari nella Democrazia cristiana, Sergio Mattarella. A distanza di tanto tempo, senza padre Bartolomeo Sorge, ma con un altro gesuita addirittura al vertice della chiesa, la sinistra Dc palermitana prova a riprendersi l’egemonia culturale in una sinistra che tanto grande non è più ed è sicuramente più scassata di quanto fosse trent’anni fa. Orlando si fa capire mentre altri, a cominciare dal Pd, oscillano mimando la contraddizione fra proposizioni più ideologiche che ideali e proposte pratiche che mostrano sostanziale subalternità al modo di ragionare dell’avversario.

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