Il governo Conte con il Capo dello Stato Mattarella dopo il giuramento al Quirinale (foto LaPresse)

Quelle voci sul rimpasto di governo e sul ministero della Giustizia

Massimo Bordin

Le nuove inchieste sulla Lega aggiungono tensioni all’interno del governo e riportano di nuovo alla ribalta il tema della giustizia

Ieri in fondo alla pagina delle lettere sulla Verità era pubblicata un email di un lettore che intendeva porre in modo plastico la questione del rapporto fra popolo e élite. “Chi ha applaudito a lungo il presidente Mattarella alla Scala? Gente in smoking e signore eleganti. E il popolo che ne pensa?” L’immagine pesca nel repertorio della sceneggiata, come non pensare agli “Ommin’ in frak e femmene pittate” della scena finale di “O’ zappatore”? La rappresentazione dell’evento politico, creatosi con il lungo applauso, è indubbiamente rozza ma efficace. Si potrebbe obiettare che alla prima della Scala c’è anche il popolo dei loggionisti e anche persone che risparmiano per concedersi un appuntamento culturale per loro importante. Tutto vero ma non servirebbe a nulla. La lettera è invece utile per ricordare come il punto di caduta di una crisi politica che pare sempre più prossima sarà inevitabilmente la presidenza della Repubblica. Dicembre non è solo il mese che evoca il rischio dell’esercizio provvisorio. Le nuove inchieste giudiziarie sulla Lega aggiungono tensioni all’interno del governo e riportano di nuovo alla ribalta il tema della giustizia. Non necessariamente si arriverà a elezioni anticipate ma stanno crescendo le voci di un rimpasto di governo a gennaio. Anche in questo caso sarebbe necessario passare dal Quirinale e potrebbero crearsi problemi molto simili a quelli già visti al momento della formazione del governo in carica. Non solo per i ministeri economici, se sarà confermato che uno dei ministeri che cambieranno titolare potrebbe essere quello della Giustizia.

Di più su questi argomenti: