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Il governo del cambiamento è solo chiacchiere, immagine

Massimo Bordin

“Abbiamo messo a punto un ampio progetto di riforma volto a semplificare il nostro sistema giuridico", ha detto Conte. E Colletti spiega che la riforma della prescrizione non potrà essere retroattiva

Il presidente Conte ha parlato ieri al Congresso nazionale del notariato e le agenzie hanno riportato la frase saliente del suo intervento. “Vi anticipo che questa mattina abbiamo lavorato”, ha esordito l’avvocato del popolo. Poi probabilmente si è fermato un attimo per assaporare la sorpresa dell’assemblea notarile di fronte alla notizia, per proseguire subito dopo spiegando l’oggetto della attività governativa: “Abbiamo messo a punto un ampio progetto di riforma volto a semplificare il nostro sistema giuridico ancora troppo farraginoso e stratificato”. Tutto in una mattina. L’ampio progetto non è stato abbozzato, elencato nei titoli, descritto sommariamente. No, è stato messo a punto. Il mattino ha l’oro in bocca e non è stato necessario nemmeno sentire, magari telefonicamente, qualche giurista. In fondo il presidente tiene cattedra e anche il ministro Bonafede ha fatto il ricercatore all’università. Al governo del cambiamento può bastare. Anche perché è solo chiacchiera, immagine.

 

Nella stessa mattina di ieri alla Camera, in commissione, si è sfiorato lo scontro fisico fra maggioranza e opposizione mentre il famoso emendamento sul blocco della prescrizione ora ne prevede l’entrata in vigore nel 2020. E’ un deputato del M5s, l’avvocato Andrea Colletti, a spiegare che la legge non potrà essere retroattiva e dunque i suoi effetti si vedranno non prima di sei anni, sempre che la modifica resista tanto. Nel frattempo ai Cinque stelle non resta che sceneggiare l’efficienza mattiniera del governo del popolo contrapposta ai ludi cartacei del Parlamento. A noi non resta che sperare si tratti solo di una inquietante pagliacciata.

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