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Così la difesa di Assad tiene insieme Salvini, Gino Strada, Vauro e CasaPound

Massimo Bordin

Da Saddam in poi la posizione di una certa sinistra e di una certa destra sulle crisi in medio oriente è rimasta identica. Ma oggi è molto diverso e pericoloso

Sono passati più di 25 anni ma la posizione di una certa sinistra e di una certa destra sulle crisi in medio oriente è rimasta identica, una sorta di riflesso pavloviano. Da quando nel 1991 Bush senior, insieme agli alleati occidentali e all’Arabia Saudita, liberò il Kuwait dall’invasione irachena, gli schieramenti che di crisi in crisi si ripropongono sono sempre gli stessi, malgrado in oltre un quarto di secolo molte cose siano successe mutando uno scenario che si fa sempre più complicato. Così anche oggi si registra la convergenza in difesa di Assad, come allora di Saddam, da parte di Matteo Salvini e Gino Strada, di Vauro e CasaPound. C’è però una novità sostanziale che riguarda proprio il ruolo della Lega, che ci fa capire come il tempo cambi inevitabilmente le cose, anche se non sempre in meglio. Nel 1991 la Lega, per quanto in ascesa, non aveva certo il ruolo di oggi. Allora nessuno pensava a Bossi come un possibile presidente del Consiglio. Anche negli anni successivi, e nelle crisi internazionali che si sono via via aperte, la Lega, per non parlare della sinistra dei Vauro e degli Strada o dei fascisti propriamente detti, ha sempre giocato o dall’opposizione o all’interno di una coalizione nella quale, sui temi internazionali, non aveva voce in capitolo. Oggi è molto diverso e pericoloso. Sembrerebbe averlo capito perfino Di Maio, ma il condizionale è d’obbligo.