Matteo Salvini (foto LaPresse)

Non tutto il male viene per nuocere. Soprattutto se ostacola un governo Lega-M5s

Massimo Bordin

Quello che sta succedendo rende comunque più difficile la nascita di un esecutivo Salvini-Di Maio. Se le cose non si spingono troppo oltre, l’antico proverbio potrà essere rivalutato

Forse occorre rivalutare la saggezza di certi antichi proverbi, come quello che spiega come non tutto il male viene per nuocere. Forse valgono ancora anche in tempi in cui le guerre possono, apparentemente, scoppiare non più per una pistolettata ma per un tweet. Bastava vedere le prime pagine dei giornali di ieri per essere indotti a pensare una cosa del genere. Il modo di Donald Trump di condurre la politica estera ricorda Groucho Marx senza il suo estro surreale e dunque non solo non fa ridere ma è anche pericoloso. Il pericolo vero, l’alleanza fra Putin, Assad e l’Iran, però mostra a tutti la posta in gioco della politica e il rischio che le carte finiscano in mano alle persone sbagliate. Nel momento in cui le complicate vicende locali dei due “vincitori” in cerca di governo si affiancano nelle prime pagine agli sviluppi della crisi siriana, non trovano solo la loro misura ma anche una lettura più adeguata. Quello che alcuni giornali definiscono uno strappo con la storia della politica estera dei governi dal 1948, che, nella loro varietà, hanno mantenuto uguale una sola scelta, quella delle alleanze internazionali, si ritrova nelle posizioni di Salvini ancor più che in quelle attuali di Di Maio. Forse Angelo Panebianco non aveva torto a paragonare proprio a quelle del 1948 le elezioni da poco concluse. Certo il paragone era possibile, anche se l’esito è stato diverso da quello auspicato da chi lo aveva proposto. Ma un governo del genere non c’è ancora e quello che sta succedendo nel mondo ne rende comunque più difficile la nascita. Se le cose non si spingono troppo oltre, l’antico proverbio potrà essere rivalutato.