L'aula bunker del carcere Ucciardone a Palermo (foto LaPresse)

Smettete di sproloquiare definendo la mafia temibile e potente come vent'anni fa

Massimo Bordin

Cosa Nostra non è del tutto debellata e resta capace di colpi di coda. Ma mentre qualcuno continua a parlare di trattative c'è chi arresta boss e mafiosi emergenti. Bisognerebbe aver rispetto del loro lavoro

L’operazione di ieri mattina a Palermo che ha portato all’arresto di sette persone, per vari reati oltre che per associazione mafiosa è significativa perché centrata su un personaggio ritenuto un mafioso emergente, Pietro Formoso, legato alla cosca di Misilmeri ma anche ai fratelli Graviano di Brancaccio, con due fratelli condannati all’ergastolo per una delle stragi del 1993, quella di via Palestro a Milano, dove morirono quattro vigili del fuoco e un cittadino marocchino. Il terzo fratello, quello arrestato ieri ha precedenti legati al traffico di droga e secondo gli inquirenti stava facendosi largo a Palermo nella gerarchia mafiosa. Si tratta secondo gli investigatori dell’ennesimo boss in ascesa fermato prima che consolidasse il proprio potere. Era già successo per Salvatore Lo Piccolo, legato a Provenzano, e poi per il più giovane Gianni Nicchi, che aveva contatti con Cosa nostra americana. Dall’arresto di Riina in poi c’è stato un innegabile crescendo di arresti e condanne che ha scompaginato le file di Cosa nostra che ancora non è riuscita a ricostituire la famosa “commissione”. Sempre ieri a Palermo è entrata in camera di consiglio la Corte di appello che dovrà giudicare 89 imputati, 60 dei quali detenuti, in uno dei processi di mafia più consistenti, come scrive l’Agi, mai celebrati a Palermo dopo il maxiprocesso. Naturalmente la mafia non è del tutto debellata e resta capace di colpi di coda su cui vigilare ma sproloquiare in pubblico definendola temibile e potente come vent’anni fa grazie a trattative i cui risultati sarebbero poi quelli descritti sopra, può risultare offensivo proprio nei confronti di chi quei risultati continua a produrre.

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