L'appello che pesa come un macigno sull'idea di un governo M5s-Pd

Massimo Bordin

Firme autorevoli chiedono finalmente la riforma dell’ordinamento penitenziario. Era stata definita un favore alla mafia dai 5 stelle

Un appello, con firme autorevoli e politicamente significative, si rivolge al governo tuttora in carica a proposito della riforma dell’ordinamento penitenziario perché, scrivono i firmatari, mantenendo fede all’impegno assunto ed esercitando la delega conferitagli da una legge votata dal parlamento, approvi la riforma riportando l’esecuzione della pena dentro una cornice di legalità costituzionale e sovranazionale dopo le umilianti condanne europee. La riforma è quella bloccata in consiglio dei ministri dalle preoccupazioni elettorali del segretario del Pd attraverso la sottosegreteria alla presidenza. La riforma era stata definita un favore alla mafia dai 5 stelle e agli immigrati delinquenti dalla Lega. Oggi, dopo il voto è partita una insinuante e torbida campagna politico mediatica “da sinistra” per portare il Pd a sostenere un governo dei 5 stelle. L’appello, che ha il senso della intransigenza sui valori della legalità democratica, è politicamente un macigno sulla sola ipotesi di un governo del genere, ed è firmato da personalità come gli ex presidenti della Consulta Valerio Onida e Gaetano Silvestri, giuristi come Giovanni Fiandaca, Carlo Federico Grosso, Vladimiro Zagrebelski ma anche magistrati, come Edmondo Bruti Liberati e l’attuale procuratore capo di Torino Armando Spataro. Naturalmente c’è l’Unione camere penali ma anche Magistratura democratica e Area, le associazioni di sinistra dell’Anm. Gli unici a sostenere l’appello, per ora, nel mondo politico sono quelli del partito radicale, fuori dal parlamento per scelta loro, ma chi non volesse portare il Pd a fare da stampella a Di Maio ha così almeno un argomento in più.

Di più su questi argomenti: