In Galleria Alberto Sordi la Croma della strage di Capaci

L’auto della scorta “Quarto Savona 15” al centro di una mostra per raccontare cos’è stata e cos’è ancora oggi la mafia

Onelia Onorati

Lamiere accartocciate dalle quali sembra alzarsi un grido di dolore: in Galleria Alberto Sordi a Roma sono arrivati i resti della Croma blindata sulla quale viaggiava la scorta di Giovanni Falcone, trucidata nella strage di Capaci. E così, pur nell’inizio di una vivace campagna elettorale, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti si prende tutto il tempo necessario per parlare di mafia e di come contrastarla, anche e soprattutto per mezzo del ricordo. Insieme a lui il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza, il prefetto Luigi Savina, e la vedova del caposcorta, Tina Montinaro. L’occasione è la presentazione della mostra “Quarto Savona 15”, incentrata proprio sulla Croma della scorta, esposta fino al 31 gennaio in Galleria, messa a disposizione dalla proprietà, Sorgente Group.

 

Circondato da un nutrito gruppo di studenti delle scuole superiori del Lazio, Zingaretti ha lodato l’iniziativa e ha ricordato che il fenomeno mafioso è ancora diffuso e pervasivo, anche nella Regione Lazio: “Dal 29 gennaio gli istituti agrari di Latina coltiveranno le terre sequestrate alla mafia, stiamo lavorando per portare anche a Ostia un’esperienza analoga”. “Tutti noi dobbiamo e possiamo fare qualcosa per arrestare il fenomeno mafioso – ha spiegato Zingaretti. In ciascuna professione c’è la possibilità di diffondere il messaggio di lotta e contrasto”.

 

L’importanza della memoria, da rinverdire anche con dibattiti e mostre, è stata sottolineata anche dal ministro Orlando, secondo il quale oggi la mafia è più subdola perché non sempre agisce in maniera sanguinaria: “Lo Stato deve essere efficiente e preparato ad agire. Occorre dotarsi di strumenti nuovi per capire dove sono i varchi nei quali la mafia si può insinuare nell'economia, nella società e nelle istituzioni. Però anche la consapevolezza che dopo quella stagione lo Stato ha saputo reagire”.

 

È la prima volta che la teca viene portata da Palermo a Roma per raccontare la storia di chi viaggiava su quell'auto, i ragazzi della “Quarto Savona 15” (nome in codice della scorta), fatta saltare in aria il 23 maggio del 1992 e ritrovata in un uliveto a diverse centinaia di metri di distanza dal luogo dell'attentato.

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