Tomaso Montanari

Contro gli "eletti illegittimi" in difesa della Costituzione

Massimo Bordin

Il prossimo Parlamento sarà eletto con una legge elettorale immorale e truffaldina e dunque incostituzionale. Parola di Zagrebelsky e di Montanari 

Gli eletti illegittimi non cambino la Carta. A leggere ieri questo titolo, nella pagina dei commenti del Fatto, veniva da chiedersi se il giornalaio si fosse confuso ritirando fuori una vecchia copia del quotidiano ai tempi della riforma costituzionale. Effettivamente una polemica del genere ci fu all’epoca del voto del Parlamento, poi contraddetto dal referendum, ma non c’è stato nessun errore e nessuna ristampa. L’articolo intendeva riferirsi alla stretta attualità e non agli eletti del Parlamento ormai al capolinea ma a quelli ancora da eleggere. Tomaso Montanari ha inteso mettersi avanti col lavoro, intimando ai candidati di impegnarsi solennemente almeno a non modificare la Costituzione, considerato che la loro elezione avverrà attraverso una legge elettorale immorale e truffaldina e dunque incostituzionale. Qui il ragionamento, per così dire, di Montanari ha un’impennata, necessaria per superare un ostacolo. Il professore non può non convenire sul fatto che la Corte costituzionale non si sia neppure sognata di pronunciarsi in quei termini sulla nuova legge elettorale, ma non è questo il punto. Quello che conta, scrive il professore, è che molti insigni costituzionalisti l’abbiano fatto e che fra essi in particolare spicchi il parere, per di più espresso sulle pagine del Fatto, di Gustavo Zagrebelsky. Tanto deve bastare a decretare l’illegittimità preventiva degli eletti. Per fermare un Parlamento una volta era necessario un monarca, oggi può bastare un principe ucraino.