Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Ultimi giorni di legislatura, istruzioni per l'uso

Massimo Bordin

Nei prossimi giorni il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà le camere. Ecco cosa aspettarsi dalle prossime elezioni

Ormai ci siamo. Fra quarantotto ore il presidente della Repubblica scioglierà le camere, sentiti i presidenti di Liberi e uguali, battuta ormai inflazionata. Ci sarà tempo per orientarsi nella campagna elettorale a patto di non prendere troppo sul serio la rete, ma un po’ sì, e le dichiarazioni di voto delle celebrità. L’esperienza insegna che i partiti che “piacciono alla gente che piace” in genere sono piccoli e tali restano.

 

Il sistema elettorale con il quale si voterà è quello che è, non privo di aspetti complicati e macchinosi.

 

Le liste minori, oltre naturalmente gli astenuti, potrebbero decidere la partita e senza dubbio le due sinistre, il Pd e LeU, sono quelle che rischiano di più di vedere svanire un apporto senz’altro significativo. La lista +Europa di Emma Bonino ha incassato significativi endorsement ma la sequenza dei risultati delle liste radicali, ufficiali o meno, negli ultimi anni non è incoraggiante. Specialmente se non dovesse apparentarsi con il Pd e dovesse puntare al 3 per cento, il risultato non sarebbe affatto scontato. Lo stesso vale per il triciclo composto da socialisti di Nencini, Verdi e, diciamo così, prodiani. Non devono raccogliere firme, saranno molto probabilmente apparentati al Pd, qualche voto potrebbero portarlo ma eleggere deputati o senatori sembra più complicato.

 

Infine ci sono liste a sinistra di Liberi e uguali. Devono raccogliere le firme, e nella remota ipotesi ci riuscissero è da escludersi che almeno una di esse raggiunga il 3 per cento. A sinistra dunque ci sono possibilità, legge elettorale aiutando, che si ripeta in qualche modo quello che accadde nel 1972, quando dispersero quasi un milione di voti.

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