Virginia Raggi (foto LaPresse)

Quei rifiuti che Raggi sta lasciando marcire

Massimo Bordin

Ma quello dell'immondizia non è l'unico problema che il sindaco non affronta

Proprio ieri qui si scriveva di una intervista alla sindaca Raggi sul Corriere della Sera. Una intervista che, senza voler insegnare il mestiere a nessuno, non passerà alla storia come esempio di giornalismo incalzante nei confronti dei poteri. Qualcosa in più, insomma, poteva pure essere chiesto. Qui si facevano alcuni esempi, fra cui quello dei rifiuti e della loro gestione. Infatti, registriamo senza alcuna iattanza, ci ha pensato la cronaca a rilanciare la questione nell’arco di 24 ore. Ieri nel primo pomeriggio le agenzie battevano una dichiarazione del governatore laziale Nicola Zingaretti. “Roma ha avanzato una nuova richiesta di trasferimento dei rifiuti fuori regione. Noi ci siamo subito attivati”, assicura l’apparentemente mite Zingaretti, per poi aggiungere che la richiesta della sindaca confermava “quello che noi diciamo da tempo, ovvero che questa città ha bisogno di impianti; e di una impiantistica diversa”. Più rude l’assessore della regione Lombardia, inevitabile interlocutore della richiesta: “Quella di Roma non è una emergenza ma una situazione endemica e strutturale. La signora Raggi si decida a gestire i propri rifiuti, a fare la differenziata, a pensare agli impianti di smaltimento e a finirla con lo scaricare le proprie responsabilità”. Più rude ma in sostanza gli argomenti sono gli stessi del felpato Zingaretti. Il problema è che la gestione rifiuti è solo uno dei problemi che la giunta Raggi sta lasciando marcire. Ovviamente, vista la materia, è il primo a essere avvertito.

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