Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (foto LaPresse)

Quanto c'è dell'Unità e di Di Pietro nel M5s

Massimo Bordin

Lo racconta "Supernova", che è il libro di due delusi, forse con qualche comprensibile rancore, ma non pentiti. E aiuta a capire meglio il fenomeno della ascesa grillina

Il libro di Nicola Biondo e Marco Canestrari “Supernova” è sicuramente interessante perché ricostruisce dall’interno il fenomeno della ascesa del M5s partendo dalla start up della Casaleggio Associati, raccontata da Canestrari che vi approda da giovane blogger per poi lasciarla, deluso di vedere riprodotto un rapporto fra partito e azienda la cui critica era stata per lui la spinta a occuparsi di politica. Biondo arriva dopo, quando i 5 stelle sono entrati in parlamento, e si occupa della comunicazione del gruppo della Camera. Cronista dell’Unità, deluso dal partito, vede nel 2013, prima del voto, il comizio di chiusura romano di Grillo e Casaleggio in una piazza S. Giovanni stracolma, pensa a una svolta della storia, forse si sogna John Reed, ma l’unica emozione nell’ingresso nel Palazzo sarà una notte sul tetto di Monecitorio col testo della Costituzione e Di Battista che si fa i selfie. È il libro di due delusi, forse con qualche comprensibile rancore, ma non pentiti. Aiuta comunque a capire meglio. Per esempio è molto ben descritta la riuscita cannibalizzazione da parte di Casaleggio del partito di Di Pietro e il fallimento di una operazione analoga con il Fatto Quotidiano, che nasce nel 2009. Il libro aiuta a capire come la base elettorale del partito dipietrista e la capacità mediatica di Travaglio e Padellaro siano stati gli ingredienti, oltre agli spettacoli di Grillo, per una miscela che oggi agli occhi degli autori si rivela vagamente mostruosa. Ma non nasce dal nulla. Padellaro era il direttore dell’Unità che ospitò gli articoli di Travaglio e Di Pietro arrivò in parlamento da senatore di uno dei collegi più rossi d’Italia.

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