Giancarlo Cancelleri, candidato M5s alle Regionali in Sicilia, e Beppe Grillo (foto LaPresse)

Per la Sicilia un avvenire a Cinque Stelle?

Massimo Bordin

Malgrado il modo innegabilmente disastroso con cui stanno governando Roma, malgrado la loro evidente inadeguatezza, gli elettori sembrano continuare a sostenerli

Le elezioni regionali siciliane si possono interpretare, al momento, in vari modi. Le combinazioni possibili fra i vari partiti e i vari leader, veri o presunti, possono essere le più varie e sorprendenti, talvolta contraddittorie fra loro e pure contemporaneamente trattabili. Grosso modo lo stesso si sta verificando sul piano nazionale per le prossime elezioni politiche. C’è perfino qualcosa di ludico in tutto ciò, per esempio le avventure di Alfano possono ricordare un cartone animato, eppure alla fine c’è poco da ridere. Tutto questo agitarsi, in realtà, non è fine a sé stesso. Il fatto è che i conti non tornano. Sono un paio di giorni che le cronache dalla Sicilia mostrano come una possibilità sempre più probabile la retrocessione a terza forza del partito che governa regione e paese, sommata alla difficoltà per i tradizionali rivali di giovarsene, con Alfano o senza. L’avvenire, stando ai sondaggi, è tutto a cinque stelle, malgrado il modo innegabilmente disastroso con cui stanno governando Roma, malgrado la loro evidente inadeguatezza, malgrado lo svelamento di pulsioni sempre più autoritarie, sempre più apertamente volte allo smantellamento della democrazia parlamentare, mai svelate con tanta chiarezza programmatica nella storia della repubblica da neofascisti o comunisti. Eppure gli elettori sembrano continuare a sostenerli e non se ne può dedurre altro se non che lo facciano non malgrado, ma consentendo con questa impostazione. Basterà Minniti a fermare tutto questo?