Antonio Ingroia (foto LaPresse)

Ingroia: "Garantista con gli innocenti e giustizialista con i colpevoli”. Perché c'è da preoccuparsi

Massimo Bordin

Le parole del magistrato sono il segno della degenerazione del dibattito sulla giustizia

Il commento più singolare, diciamo così, sulla vicenda Contrada, l’ha scritto su Twitter Antonio Ingroia: “Io sono garantista con gli innocenti e giustizialista con i colpevoli”. Naturalmente la presa di posizione dell’ex pm ha suscitato reazioni, la più tagliente delle quali è stata quella di chi ha commentato che, trattandosi di una sciocchezza assoluta, c’era la prova che erano parole a lungo meditate. Qui non si vuole arrivare a tanto ma piuttosto notare, come del resto ha già fatto Riccardo Arena di Radio carcere, quanto le categorie messe in campo da Ingroia siano non solo terribilmente logore ma soprattutto il segno della degenerazione del dibattito sulla giustizia. Prima ancora di ogni altra considerazione, c’è da preoccuparsi se uno che ha fatto il magistrato ritiene che il codice con le sue garanzie vada applicato a discrezione. Perché questo ha scritto, se le parole hanno un senso. Un dibattito del genere dovrebbe essere inammissibile in un paese, come usa dire, civile. Se invece di questo si parla, se l’aggettivo che definisce la necessità di rispettare i codici viene connotato come partigiano, vuol dire che qualcosa davvero non va. E’ banale segnalarlo? Forse, ma assuefarsi a classificazioni storte è pericoloso.

Di più su questi argomenti: