Foto di Massimiliano Calamelli via Flickr

Renzi, il pugno chiuso e le molte sinistre

Massimo Bordin

L’apparato del Pci era refrattario a quel gesto già all’epoca della togliattiana “via italiana al socialismo” e Berlinguer bollava il gesto come settario

Francesco Cundari su Twitter difende Renzi dall’accusa di estraneità alla sinistra, secondo alcuni provata dalla sua irrisione al saluto a pugno chiuso. Cundari lo fa con argomenti inoppugnabili, ricordando come l’apparato del Pci fosse refrattario a quel gesto già all’epoca della togliattiana “via italiana al socialismo” e cita Berlinguer che bollava il gesto come settario. Si potrebbe aggiungere Giorgio Amendola che nelle assemblee romane del Pci scomunicava il movimento studentesco tuonando col suo vocione: “Il pugno chiuso? Ah, certo. La Germania degli anni Venti. Il pugno chiuso e ‘Rot Front’ come parola d’ordine. Vi ricordate come è andata a finire? Noi siamo per la mano aperta. Aperta!”. Applaudivano. Anche quando Amendola qualificava come “fascisti rossi” i giovani del movimento. Chi sa se pensava a suo zio alla cui porta era andato a bussare emozionato quando, dopo la Liberazione tornò a Napoli. “Sono tuo nipote Giorgio! Sono diventato comunista come te!”. “Nossignore. Tu stai con Togliatti. Sí ’nu fascista rosso. Vattènne”. E non aprì. Suo zio era rimasto fedele ad Amadeo Bordiga. A sinistra ci sono sicuramente tutti e due, quelli del pugno chiuso e quelli della mano aperta e altri ancora che comunisti non sono mai stati. E’ deprecabile che si diano del fascista l’un l’altro. Ma è oggettivamente difficile che possano governare insieme.

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