Michele Emiliano al Congresso nazionale fondativo di Sinistra Italiana (foto LaPresse)

Cosa abbiamo fatto per meritarci Emiliano?

Massimo Bordin

Il governatore pugliese e l'abuso del verbo "fregare"

“Volete ristrutturare il settore? Fatelo, però pagateci i mancati introiti”. Su un concetto del genere anche Juan Domingo Peron avrebbe esitato. Michele Emiliano, nella sua intervista al Corriere della Sera di ieri, no. Il governatore pugliese ha poi completato il suo punto di vista sulla questione dei tassisti definendo l’approccio del partito alla cui segreteria si candida, come un governare “a frega compagno”. A parte il fatto che per trovare un “compagno” alla guida di una delle auto pubbliche di Roma bisogna dotarsi di moltissima pazienza, quello che segna l’espressione pittoresca è il verbo usato. Il verbo fregare, con i suoi derivati, si ritrova con inquietante frequenza nelle parole del magistrato-governatore, quasi a sintetizzare una weltanschauung e a evocare orizzonti dal Sudamerica al Levante. Ma il tipo, oltre che astuto, è simpatico e non va sottovalutato. Ieri, per esempio, da Vespa ha invitato in modo sornione gli elettori di destra e i grillini a votare per lui alle primarie del Partito democratico. Potrebbe riservare sorprese, è bene saperlo. L’ostacolo più serio sulla sua strada per ora è il Consiglio superiore della magistratura, che faticherà però a impedire, ammesso lo voglia, che un magistrato possa fare il segretario di partito dopo aver consentito a lui di essere sindaco e governatore e ad altri di essere assessori, sindaci, ministri, candidati alla presidenza del Consiglio e perfino presidenti della Repubblica. Pensate se riuscisse a vincere le primarie. Lo scontro elettorale sarebbe fra lui e Grillo con Salvini ago della bilancia. E’ inutile chiedersi cosa abbiamo fatto per meritarci questo. Lo sappiamo benissimo.

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