Ciò che sta accadendo nei Radicali non dipende dalla scomparsa di Pannella

Massimo Bordin

La situazione di oggi spiegata con quanto accaduto anni fa in una sala congressi di Chianciano

Il tavolo era molto lungo. Per la verità erano più tavoli uno affiancato all’altro. Formavano una sorta di linea di demarcazione nell’atrio della sala congressi di Chianciano, dieci passi dopo la porta a vetri d’ingresso. I tavoli in fila lasciavano alla loro sinistra uno spazio per accedere, scendendo qualche gradino, alla sala congressi. Anche se lo sembrava non si trattava di un chek-point e infatti, finito lo scopo per il quale i tavoli erano stati assemblati, tutto fu sbaraccato. Si trattava di una conferenza stampa nel giorno di apertura del congresso di “Radicali Italiani”. Sedute dietro i tavoli diverse persone, con al centro Marco Pannella che, come sua abitudine disse molte cose, tutte interessanti, non tutte inedite. Come sempre però, nel “canestro di parole”, c’era un concetto chiave. In quel caso era facile da trovare perché una certa brutalità gli forniva contorni molto netti e pronunciati. Il concetto era: “In quella sala non ci sono radicali. I radicali sono quelli seduti accanto a me dietro questo tavolo”. Quelli seduti accanto erano gli stessi che oggi si ritrovano firmatari, o sostenitori, della lettera che tanto scompiglio sta portando fra i radicali. In sala c’erano Emma Bonino, Marco Cappato, Riccardo Magi e tanti altri. Tutto ciò per dire quanto possa essere fuorviante considerare quello che sta succedendo in casa radicale come un effetto della scomparsa di Pannella. In realtà è nato dalla sua presenza.

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