(foto LaPresse)

L'assenza della Anm all'inaugurazione dell'anno giudiziario

Massimo Bordin

Ogni anno sull’appuntamento si addensano polemiche, nelle sedi locali le inaugurazioni spesso danno luogo a proteste clamorose

Le trattative sindacali sono una materia quanto mai opinabile e la loro conduzione facilmente si presta a critiche. Dunque quando il capo del sindacato dei magistrati critica il governo per come ha condotto la vertenza non succede poi nulla di così trascendentale. Anche l’assenza della Anm alla solenne inaugurazione dell’anno giudiziario, pur essendo incontestabilmente uno sgarbo istituzionale, considerata la presenza del presidente della Repubblica, può stupire ma fino a un certo punto. Ogni anno sull’appuntamento si addensano polemiche, nelle sedi locali le inaugurazioni spesso danno luogo a proteste clamorose. Chi scrive ricorda di aver assistito a una cerimonia di inaugurazione nel Palazzo di giustizia di Napoli nel corso della quale un avvocato interruppe la prolusione del procuratore capo e venne portato via dai carabinieri. Non c’è dubbio che le parole del presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, sul “governo che vuole scegliersi i giudici”, siano state molto forti, tanto da causare una replica immediata del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, ma anche polemiche di questo tipo non sono una novità. Quello che invece è davvero il cuore del problema viene taciuto ma è sotto gli occhi di tutti. L’idea del ruolo della magistratura e del giusto processo propugnata dal presidente Davigo è del tutto incompatibile con i concetti espressi nella sua relazione dal primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio. Questo merita di essere discusso, e non la conduzione di una trattativa sindacale.

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