Il complottismo vintage del deputato grillino Di Stefano

Massimo Bordin

Leggere il suo intervento sul blog di Beppe Grillo è come fare un tuffo nel passato

Leggere l’intervento del deputato del M5s Manlio Di Stefano, pubblicato dal blog di Beppe Grillo, è come fare un tuffo nel passato. “La strategia della tensione della Nato mette a rischio l’Europa. Da tempo la Nato sta giocando con le nostre vite”. Nell’articolo si propone una ridiscussione della partecipazione italiana all’Alleanza atlantica e si evoca la possibilità, palesemente negata dalla Costituzione, di un referendum sul merito del trattato internazionale. Quello che colpisce non è certo il fatto che si voglia discutere della complicata fase della politica di difesa europea ma è il modo di porre la questione che fa pensare.

L’argomentazione in estrema sintesi fa perno sul “pericolo di guerra” contrapposto allo spirito pacifico di chi non vuole avventure militari nell’Europa dell’est. L’enfatizzazione del rischio è evidente, così come, per quanto appaia poco rassicurante la nuova presidenza Trump, ha un sapore antico la denuncia del rischio per il nostro paese di “essere ostaggio di giochi di potere e degli umori del presidente americano di turno”. Sembra davvero di rileggere l’Unità degli anni Cinquanta. Non che questa assonanza spieghi l’ideologia del movimento di Grillo. Non si tratta di questo. Piuttosto della straordinaria capacità del M5s di raccattare il peggio della storia politica del nostro paese per riutilizzarlo in un mostruoso patchwork adattato all’attualità. Non solo per la politica estera.

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