Matteo Renzi (foto LaPresse)

I due sentimenti dell'elettorato

Massimo Bordin

In una giornata di sondaggi non entusiasmanti per il governo, Matteo Renzi ha trovato motivo di consolazione nel traguardo simbolico raggiunto dal suo governo, che è arrivato al millesimo giorno.

In una giornata di sondaggi non entusiasmanti per il governo, Matteo Renzi ha trovato motivo di consolazione nel traguardo simbolico raggiunto dal suo governo, che è arrivato al millesimo giorno. L’evento è significativo ma non è detto che per lui sia consolante. In precedenza la soglia dei mille giorni era era stata varcata solo da Berlusconi, per due volte, e da Craxi. Il podio ideale che viene evocato è dunque composto da outsider, affermatisi sull’onda dell’esigenza di un rinnovamento radicale che poi, nel corso del loro mandato, non sono riusciti a realizzare. Almeno è il caso dei primi due, ma anche a Renzi i sondaggi, pur nella loro conclamata relativa attendibilità, non prospettano nulla di buono. Sembrerebbe dunque che nell’elettorato, e nel ceto politico che bene o male ne è espressione, viva un sentimento di disponibilità al cambiamento ma anche di impazienza sulla sua realizzazione, che finisce per sommarsi all’umore opposto di quelli che, strada facendo, si ritraggono impauriti, e alle inevitabili sacche di conservazione corporativa. Possono poi giocare un ruolo apparentemente decisivo fattori esterni, finanziari, giudiziari o di politica estera ma la comparazione dei “governi da mille giorni” mostra che la base della loro fine sta nell’atteggiamento dell’elettorato. L’affidabilità dei sondaggi è tema largamente controverso ma le sequenze ripetute nella politica italiana forse sono utili a capire.

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